Abbiamo già parlato del primo capitolo di Peel Session targato Autechre, un ep come già detto di buona qualità ma decisamente meno ispirato ed innovativo rispetto a quelli che sono ormai certi standard conclamati.
Non è da meno il suo seguito, uscito appena un anno dopo su Warp, così approssimativo da essere gli stessi ascoltatori del popolare guru di BBC ad aver suggerito i titoli, mancanti nella release e poi accettati come tali dagli stessi Autechre. Molto riuscita e dalla melodia memorabile quanto delicata "Gelk", probabilmente uno dei loro parti più umani, con un beat anch'esso più regolare del solito e una chiusa che cita l'hip hop drogato di "Envane"; le architetture schizoidi della gescomeggiante "Blifil" soffrono della stessa monotonia e meno attenzione al dettaglio che aveva già caratterizzato il suo predecessore, "Gaekwad" e "19 Headaches" esplorano finalmente territori più astratti e non convenzionali, la prima sfoggiando ritmiche più articolate e un lavoro ai synth che sa di incrocio tra krautrock e vecchia space-age, la seconda forzando sul digitalismo sporco, la (non)melodia labirintica e forma libera che furono ad esempio di alcuni momenti di "EP7".
E' sicuramente quest'ultima l'apice di un ep nel complesso positivo ma che appare più come un allenamento, anche un pò svogliato.
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