“Ho cominciato a crescere quando ho capito che David Bowie non era un dio”, così Peter Murphy, chissà come, chissà quando, chissà dove.
Ecco, allora io non son cresciuto mai.
Che per me Bowie è un dio anche adesso, il Bowie che gironzolava nei settanta intendo…Ognuno ha il suo olimpo e i suoi olimpici...
Il rock è giovinezza, punto.
E’ mitologia e sciamanesimo fuori da quella merda chiamata ragione...si fottano i filosofi, si fotta Frank Zappa.
C’è stato un tempo che gli dei visitavano la terra , capito Frank? E tu, con quella faccia da satiro, dovresti saperlo.
Oh, Peter, il giorno che Bowie non è stato più un dio hai smesso di esserlo anche tu…
(Poi, facciamo così: per evitare che voi pensiate che io sia pazzo, sappiate che ste cose le penso al cinquanta per cento...che al trenta per cento penso che sian stronzate e al venti per cento non penso proprio un cazzo).
In realtà, penso pure che l’estrema fighezza (Bowie, ma pure Murphy) dovremmo toglierla di mezzo. Che la fighezza in quel cazzo di mondo fascista comunista (sognato da un milione di sfigati) sarebbe proibita, li i dischi avrebbero tutti copertine grigio fumo e i musicisti suonerebbero a volto coperto e vestiti come testimoni di Geova.
In ogni caso, se un tempo gli dei visitavano la terra, tra i sessanta e i settanta son comparse le rock star...come potevano noi giovanotti non venirne presi, come?
Poi aiutava il fatto dell’inglese, quando un dio parla mica vorrai pure capirlo...a capirlo, semmai, sono i sacerdoti, o i critici rock...è così da sempre, dall’oracolo di Delfi fino a un qualsiasi concerto dei Bauhaus…
Ah, di concerti io ne visti…
Certo non ho visto Jim, Jimi o i Velvet...ma le divinità vengon spesso sostituite...a Crono succede Zeus, al rock classico il glam rock…
E al glam rock, punk e post punk…
Dicevo ne ho visti di concerti...ma come i Bauhaus mai…
Mai!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Doveva essere l’ottantuno, certamente era Bologna (ex manifattura tabacchi)...seratina con Gaznevada (se non ricordo male) Peter Gordon e, appunto, Bauhaus…
In quel periodo quanti dischi nuovi sentivi in una settimana? Quanti?
Tanti…
Tutti gli spacciatori di musica erano al lavoro e ti arrivavano cassette da tutte le parti...e, tipo, al primo dei nostri, “In the flat field”, avevo dato al massimo mezzo ascolto…
E niente, quella sera accadde qualcosa.
Che i Bauhaus iniziarono il concerto così: metronomica introduzione dub wave, tempo sospeso...un paio di minuti/secoli…senso d’attesa...gli officianti un biondino con occhialini e un favoloso furetto con la cresta…poi, con studiati e lentissimi movimenti, arrivò Peter Murphy, fisico magro e nervoso...occhi spiritati... favolosa bellezza notturna…
A due e cinquanta il canto…io, in tutta la mia vita non ho mai sentito la voce entrare in un modo così perfetto, mai…
Era la voce di un dio, inutile girarci intorno…come quando chiudi e riapri gli occhi e le cose si stagliano improvvise, solo che qui gli occhi non li hai mai chiusi.
Non era, anzi non è che un attimo, ma giustifica tutto il precedente senso di attesa caricandosi, inoltre, di tutto quel che verrà dopo, ovvero la lunghissima ipnosi…e il celebre finale che sale, che sale…
Che sale…Bela Lugosi, il celebre attore che impersonava Dracula, è morto e finalmente è un vampiro per sempre.
In quell’estate dell’ottantuno Luludia fu completamente ipnotizzato e non ebbe pace fino a che non trovò il disco.
I Bauhaus, che gruppo...e Peter Murphy, che figo…Io me lo immaginavo come Narciso ( quello di “Narciso e Boccadoro”) o come un ombra da romanzo russo. Peccato che un giorno abbia indossato la camicia bianca e si sia trasformato in un dandy qualsiasi,
Deve essere stato lo stesso giorno in cui capì che David Bowie non era un dio.
Solo che David Bowie era un dio...e lo è tuttora…e lo rimarrà sempre…sempre…
Sempre...
Trallallà...
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