ATTENZIONE: le righe di questo paragrafetto non c'entrano nulla con la recensione del disco, quindi se non volete leggerle passate oltre. Altrimenti cominciamo! Quella che mi accingo a scrivere è la mia terza rece, finora abbiamo scherzato, ora finalmente ho deciso di impegnarmi a scrivere un testo su un album che amo davvero, senza ipocrisie. Come ho constatato qua dentro, da esterno che si dilettava a leggere le vostre recensioni e i vostri commenti balordi, vi sono parecchi rockers o adulatori di musica alternativa ad ogni costo. Io invece ritengo che la musica, essendo infondo non altro che un insieme di suoni, anche fossero rumori, vale tutta, dalla classica all'house music, passando per il prog e il funk fino ad arrivare a Max Pezzali (che non sopporto musicalmente, sia chiaro). Così mi sono reso conto che gruppi come quello di cui sto per parlare vengono considerati bravi fino a che fanno cose tipo pop psichedelico, dopodiché, eh no che schifo, si sono dati alla disco music. Questo vale per i Bee Gees ma può valere, che ne so, anche per un Alan Sorrenti che, waw bello Aria ma con Figli Delle Stelle inizia il declino. Io invece ritengo che INVENTARE dal nulla una melodia, che poi diventi in qualche modo significativa, non sia da tutti. E Figli Delle Stelle è un signor pezzo. Idea, arrangiamento e melodia mi fanno impazzire, pure se il brano è abusato oramai da chiunque. E così ritengo che Stayin' Alive dei Bee Gees, mio gruppo preferito, sia un pezzo atomico, degno di essere divenuto un cult della musica mondiale. E così ritengo che i Bee Gees abbiano dato il meglio di loro a partire dagli anni settanta, in particolare dalla loro svolta disco, eggià, la tanto detestata musica disco: il mio genere del cuore.


Ma veniamo a noi. Dopo lo storico mutamento della band originaria dell'isola di Man, datasi alla disco music verso il 1975 grazie anche al produttore Arif Mardin, venne realizzata una serie di album in cui questo genere appena nato era il protagonista indiscusso. Stiamo parlando di Main Course, dove troviamo i loro primi pezzi disco come Jive Talkin', poi quello che probabilmente è il mio preferito ovvero Children Of The World e infine lo storico Saturday Night Fever, che altri non è che la colonna sonora dell'omonimo film del 1977, anno del massimo splendore della musica disco. A concludere la decade degli anni settanta, la mia preferita in assoluto, quella che ha partorito tutto il meglio del pop e del rock, esce nel 1979 l'album Spirits Having Flown.

Il lavoro, come i predecessori, è pervaso di sonorità disco e funk. Un elegante prodotto pop, splendidamente arrangiato, dove ritmo e melodia ne fanno da padroni. Inoltre, la voce di Barry Gibb, il maggiore dei fratelli Gibb, è nel momento di massimo splendore: il suo falsetto, che altri non è che quello già presente in Stayin' Alive, raggiunge vette mai esplorate fino ad allora. L'armonia che i tre fratelli offrono nelle parti corali è perfetta. Ottimi anche i musicisti che tengono in piedi tutto l'album, dalla prima all'ultima traccia. Doveroso, essendo la prima recensione per questo disco, analizzare ogni canzone, sperando che qualcuno abbia il piacere di avvicinarsi ad esso.

Il pezzo di apertura è Tragedy, che è uscito anche come singolo. Un brano potente, poderoso nell'armonia e nel ritornello, dove i sintetizzatori insieme agli strumenti scandiscono il ritmo alla perfezione. Traccia dal sapore cupo, mozzafiato i bridges sospesi di Barry prima di cantare il ritornello. Ed è già un pezzo da 10.

Segue una delle ballate più celebri dei Bee Gees: stiamo parlando di Too Much Heaven. Dolce, ancora una volta armonioso, un classico del repertorio dei tre fratelli. Emerge di nuovo il falsetto di Barry che tocca, soprattutto nella parte conclusiva, note altissime. Un climax ascendente che riesce anche a distanza di anni ad emozionare un vecchio nostalgico. Per me è l'ennesimo 10 in pagella, per chi non sopporta cose troppo melense forse un po' meno. Ma suvvia, un po' di romanticismo non guasta mai.

Terzo brano, uno dei miei preferiti dei tre e della disco in generale, Love You Inside Out. Se mi chiedessero il significato del termine GROOVE, consiglierei di andare ad ascoltare questo pezzo, troppo poco conosciuto. Ogni cosa è al suo posto, suonano davvero bene sia le strofe che il ritornello. Altri 10 punti a Grifondoro.

Se vi ha sorpreso la voce di Barry in Too Much Heaven, rimarrete ancora di più stupiti arrivando a questo punto dell'album. Reaching Out è un'altra ballata, molto meno conosciuta rispetto alla prima, ma dannatamente bella. In questo caso è il ritornello il vero focus melodico da non perdere. Una tecnica utilizzata spesso dai Bee Gees è quella di salire di tono verso la conclusione del brano: ecco, questo pezzo ne è la prova più evidente. Barry Gibb RAGGIUNGE (da qui il titolo del brano) note altissime, sempre utilizzando il falsetto. Godetene tutti.

La quinta traccia è anche quella che dà il nome al disco, Spirits (Having Flown). Strofe delicate ed esplosione con chiare influenze rock nel ritornello, che fa il verso a quello di Tragedy. Forse in alcuni passaggi non rende al meglio, ma anche questo è divenuto un pezzo alquanto conosciuto e simbolico. 8 e mezzo.

Capovolgiamo il 33 giri ed immergiamoci nel lato b. Search, Find è una canzonetta allegra e molto ritmata, dove i protagonisti assoluti sono i fiati. Non è sicuramente il top del disco, ma è emblematica dello stile musicale del gruppo.

Stop (Think Again) è invece uno dei brani più interessanti dell'album. Una ballata dal sapore jazzato, lunga quasi 7 minuti. Barry, che, come avrete capito, è la figura emergente del disco, diventa molto più intimista e ci fornisce una performance straordinaria. Canzone raffinata, con un sax sensuale e coinvolgente che accompagna la lirica beegeesiana. Per certi versi questo brano mi ricorda la magnifica Prendila Così di Lucio Battisti, tra l'altro uscita solo l'anno prima: durata e stile sono molto simili, inoltre sappiamo che in quegli anni l'arrangiatore e musicista Geoff Westley collaborava sia con Lucio che con il gruppo mannese.

Degna di nota è la traccia successiva, Living Together, un brano di nuovo influenzato tantissimo dalla disco music. In questo caso interessanti sono gli scambi vocali dei tre fratelli, in particolar modo Robin e Barry. Il titolo, ripetuto assiduamente nel ritornello, entra in testa e non esce più. Pezzo d'alta scuola, altro 10.

I'm Satisfied è un pezzo meno memorabile. Ma per meno memorabile intendo sempre largamente sufficiente. E a me piace molto ugualmente. Diciamo che questo e Search, Find rappresentano i momenti più leggeri del disco. Di nuovo tanto ritmo e fiati come protagonisti. Ma la melodia non rimane in testa chissà quanto.

Chiude il disco una perla di rara bellezza e anche di breve durata. Stiamo parlando di Until, che sembra terminare il discorso iniziato da Stop (Think Again). Barry, da solo, presta la voce a questo momento così dolce, delicato e intimista che rappresenta la conclusione perfetta di un viaggio musicale di tre quarti d'ora.

Conclusione: siamo di fronte a un album di musica tutto sommato pop. Ma le influenze sono tante: disco, jazz, funk, rock. Un disco assolutamente da cinque stelle che tutti gli appassionati del genere, e non solo, dovrebbero possedere o perlomeno conoscere. Ed è uno dei miei album preferiti di sempre.

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