Se gli anni '80 fossero uno strumento musicale? Forse sarebbero un sintetizzatore. E se fossero un alimento? Un cheeseburger va bene? Se fossero un capo d'abbigliamento? Una giacca fucsia con le spalline, una piena di strass, un giubbotto da paninaro, un paio di rayban, cosa? Ma se fossero un complemento d'arredo, non potrebbero che essere quelle. Quelle quali? Ma quelle della copertina di questo disco (e di tanti altri, incluso il primo degli Adam And The Ants, quindi sempre anni '80, che io ho già provveduto a recensire)! Avete visto bene: c'è il biondo platinato, i chiaroscuri sul suo bel viso, lo sguardo illuminato, e poi non ci sono altro che loro: le persiane! Se gli anni '80 fossero qualcosa che si tiene a casa e che per la casa serva, beh, sarebbero delle persiane, non c'è dubbio.
E' il 1986, la voce di Benji è famosissima nel pianeta grazie alla superballad "Drive" di due anni prima. Il suo lavoro in solitario comincia proprio da quel sound poprock tastieroso di "Heartbeat City", un livello di eccellenza cui molti tenteranno di raggiungere. L'iniziale "Too Hot To Stop" è proprio dei Cars. Anche la seguente "In Circles", più adagiata, molto orecchiabile nel ritornello, appartiene alla stessa famiglia. Nella ballatona "Stay The Night" ritorna il Ben Orr di "Drive", tutto pronto a raccontarti come negli anni '80 ci si innamori di una sconosciuta diversa a notte, ed il tutto senza mai mettere piede fuori di questi allucinanti appartamenti pieni di persiane al duecentesimo piano di un grattacielo newyorchese... Quelle sei note di piano (ta-da-dà dadàda) sono tutti gli anni '80 americani in tre secondi.
Con la dolcissima "Skyline" torna la new wave... Ora capisci qual'è l'anima di questo bel romanticone: sono i Roxy Music, quelli di "My Little Girl", quelli di "More Than This". Altra menzione per la cupa e soffusa "When You're Gone", che forse ha un po' troppe tastiere, ma c'è da affermare che queste non poche keyboards suonano tutte cristalline e (quasi) sempre gradevoli. "Spinning" è un incrocio tra un esemplare di new wave aggiornata nel sound al 1986 ed una toy-song dei Cars.
"Hold On" è forse la migliore del gruppo, ancora con quelle tastiere "che spaziano". Ma soprattutto con i suoi ritornelli lunghissimi, coinvolgenti. E delle strofe, e più precisamente dei cori nelle strofe, quei "Come on - Hold on to me - It's all i need", vogliamo parlare? La titletrack ha un inizio "sinfonico" a dir poco sgraziato, per una ballad tradizionale ben suonata ma un po' monotona (anche e soprattutto al cospetto dei quattro minuti e passa di durata). Splendidi i vocalizzi ariosi alla fine. "That's The Way" è un giocoso hard rock tiratissimo. Fate finta che questo bel biondino fosse stato rapito dagli alieni per insegnare a chi ha tre dita a suonare la chitarra (o il suo basso). Tutto sto ritmo e questa gioia per consentire a Benjiamin di raccogliere l'applauso finale con "This Time Around", tutta melodia, che se la scriveva Ramazzotti a distanza di ventuno anni le ragazze la cantavano a memoria, parola per parola.
Nel 1986, mentre Ramazzotti vinceva Sanremo, questo veramente bell'uomo (e veramente meritevole di fans e fan club) scriveva, a quattro mani con Diane Grey Page, un disco di poprock e musica leggera che Ramazzotti e company se lo possono sognare per tutta la vita, dalle melodie che non ti si scrollano mai di dosso. Che magari, a causa di arrangiamenti identici brano per brano, e per certe tastiere cristalline (e che quindi tendono a "cristallizzare" il sound), al primo ascolto suonerà un po' piatto, che poi, se vorrai, te lo riascolterai ma a piccole dosi, ma che quindi finirà per piacerti per intero, anche tutto d'un fiato.
Consigliato a chi è nostalgico degli Ottanta, ed a chi non ha paura della melodia. Io strappo le tende e vado a comprarmi delle persiane. Prima però vi lascio i samples.
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