mien_mo_man

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(…) A me sembra che le società socialiste alimentino uno stato di eterna impotenza nelle persone, perché lo stato sottoscrive e garantisce il benessere della gente. La creatività perde il suo slancio perché non è più una qualità necessaria per la sopravvivenza. Così il sistema crea una classe di persone la cui creatività viene usata soltanto per escogitare dei modi per sfruttare il sistema. Di conseguenza questo peso morto grava sulle persone che, per orgoglio o per necessità, effettivamente lavorano.

A me sembra che quando si fa affidamento su qualcun altro per il proprio sostentamento, automaticamente si vende la propria anima passando a una condizione di schiavitù. Forse l’unica eccezione è quella della madre che non lavora che, dedicandosi alla famiglia, accetta la perdita di una certa indipendenza economica. Senza reddito non c’è libertà e anche se può essere divertente bighellonare per un po’, alla fine si devono fare i conti con la propria inettitudine e sottomissione dicendo a se stessi un mucchio di bugie per mantenere un minimo di immagine e di valore personale. Alla fine la mancanza di valore personale o del carisma dell’autosufficienza compare nella vita, attraverso svariati e spiacevoli incidenti pieni di negatività che confermano il disagio che cova sotto la superficie.

Se quelle persone considerate impotenti venissero staccate dal seno del governo che le nutre saremmo sbalorditi nel vedere come correrebbero immediatamente a lavorare il giorno dopo. Questo perché anche se queste persone hanno un interesse legittimo nel mantenere una facciata di circostanze che le rende impotenti, al tempo stesso non sono però portate a morire di fame. Il problema è che i sistemi che si sono sviluppati in Europa e negli Stati Uniti non sono facili da smantellare perché le persone che ricevono i vari sussidi (38 milioni negli USA) sono anche elettori. Nessun politico può andare sul podio e dire la verità. Inoltre i politici hanno una tendenza naturale ad elargire denaro a destra e a manca. Per prima cosa serve a raccogliere voti e poi non si tratta del loro denaro.

Ma alla fine queste società socialiste cadranno a pezzi perché il peso di questa “generosità” in continua espansione sta causando il collasso delle economie mondiali. Ma, cosa piuttosto interessante, non sarà l’economia di questa assurdità che le farà cadere, saranno invece la metafisica e la psicologia del socialismo che alla fine modificheranno il sistema.

Ognuna delle persone che al momento viene coccolata e sostenuta in fondo è consapevole di accettare la debolezza metafisica che viene impressa nel suo modo di pensre dalla psicologia dell’impotenza. Questo alla fine crea una società in cui le persone sentono che tutto è impotenza e che la vita è priva di significato. Questo tipo di emozioni insulse e vuote viene emanato dalla psiche delle persone, e comincia a cambiare le circostanze esteriori della vita. Così queste persone cadono in una spirale di apatia sempre più profonda che intorpidisce la mente e cercano qualsiasi tregua che riescano a trovare. Così droga, violenza, alcool e sesso occasionale diventano le uniche vie d’uscita. Man mano che la morale cambia le nostre società si deteriorano e, alla fine, non c’è un modo per alleviare lo scontento. Il disagio si autoalimenta perché l’entusiasmo e il carisma dell’autosufficienza, che permetterebbero alle persone di sentirsi coinvolte, di sentire che valgono qualcosa, che potrebbro contribuire a rendere il mondo un posto migliore, non esistono.

Alla fine questa mancanza di sollievo si trasforma in rabbia. Man mano che la rabbia cresce la società cerca di scoprire al di fuori di se stessa qualcosa o qualcuno a cui dare la colpa. Alla fine l’unico modo per alleviare la rabbia e lo scontento della gente è andare tutti in guerra. Pensate alla Germania degli anni ’20 e ’30. In quegli anni gli abitanti di quel paese e il loro governo subivano gli effetti di uno spaventoso crollo economico, perciò è facile. Oppure prendiamo l’Iran. Quando, a livello di energia, l’Ayatollah Khomeini non è riuscito a offrire al suo popolo il paradiso islamico che aveva promesso, l’unica alternatica è stata quella di far sfogare la frustrazione dichiarando guerra al vicino Iraq.

La guerra svolge diverse funzioni. Prima di tutto agisce come un “clistere” per lo sconforto e la rabbia che provano le persone. In secondo luogo distrae tutti e nasconde i fallimenti dei vari leader. In terzo luogo, coinvolge tutti, e la vita acquista un nuovo significato quando le persone trovano il loro valore nell’eroismo del disastro. Inoltre la società e l’economia sono distrutte e questo crea un’ottima giustificazione per il governo. Si può ricominciare da zero, con qualche ammaccatura qua e là, ma con un nuovo scenario.

Saluta con gioia!
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