Applicarsi ad uno strumento come un operaio con il suo macchinario fabbricante, e di certo non di sogni.
Squarci di degrado innamorato di razzie. Il disadattato stavolta non scherza per niente. Si immischia nella massa discotecosa perdendo la speranza di poter arricchire il proprio disegno. Ma il nostro negoziante del vuoto ha un grande spirito di adattamento. Scendere a patti con il limite della sopravvivenza alla fine è sempre stimolante.
Quando si è consapevoli di non aver a che fare con territori poco condivisibili ci si deve camuffare di gioiosi stiramenti facciali. Movimenti che estendono quelle due lune rosa dove escono foni, fonemi a volte senza troppa cura.
"Death Disco" naturalizza la mente del bullo Albini.
"Grinder" è il classico pezzo tirato, premonitore di alcune cose degli Shellac di "At Action Park". Gabbia senza fessure. Peggioramenti celebrali e neuroni stanchi.
"Ready Men" è una corsa sopra un binario della ferrovia, ma nel sottostante non ci sono le materne rotaie. Non allargate l'esagerazione. Lo sposalizio di un verbo disperato con la saturazione migliore del pickup. Vi è soltanto il vuoto, mica il fuoco.
L'abito perfetto per odiare la prudenza mondana della vita lunga è "Pete, King Of The Detectives". Nulla può essere definibile, lineare o sondabile.
John Donne e la concezione negativa: tutto ciò che si può affermare e decifrare non fa parte dell'universalità. Dio è ciò che non è.
Mica il fuoco!
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