Continua la saga iniziata nel 1989 da Jarzombek con "Control And Resistance" dei texani Watchtower. Attraverso gli Spastic Ink e qualche disco solista, siamo arrivati ad oggi con questo "Machinations Of Dementia" a nome Blotted Science, supergruppo capitanato appunto da Jarzombek con Alex Webster (bass) e Charlie Zeleny (drums) che ci propone un Prog-metal o meglio, un Techno-metal di pregevole fattura, vera e propria linfa vitale per il sottoscritto.

Il Techno-metal, è un genere che cura maniacalmente la complessità dei brani rendendo l'operato dei musicisti molto ostico per l'ascoltatore, quantomeno ai primi ascolti. Quest' opera infatti, necessita di molti, attenti e ripetuti ascolti per essere metabolizzata o quantomeno capita. Il disco (così amo chiamarlo) in questione, rispecchia pienamente quanto ivi detto in precedenza, solo che a differenza di altri lavori che appartengono al genere (o non-genere) quali "A Sceptic's Universe" degli Spiral Architect e le produzioni stesse di Jarzombek, questo ammasso sonico di materia informe, è impostato in lungo e in largo si su strutture ipertecniche, ma di scuola Techno-death e caratterizzato qua e la da strutture ritmiche che lontanamente richiamano i Meshuggah se non addirittura i misconosciuti Kobong, il tutto interpretato splendidamente in chiave personale, non sviando così dai canoni del genere.

Un intricatissimo lavoro chitarristico e una sezione ritmica tanto potente quanto dinamica completano il quadro, definibile come uno dei "dipinti" metal migliori dell'annata. La produzione, consentendo all'ascoltatore di seguire tutti gli strumenti, puo' definirsi molto buona; peccato per il basso che a modesto avviso non si ode a dovere, ma questa è solo una minuscola precisazione.

In conclusione, un plauso a Ron per aver interpretato questo genere in un nuovo modo e un calorosissimo invito a non ignorare codesta opera (nonostante l'ostichezza di essa) tanto è elevata la sua caratura.

Carico i commenti...  con calma