Non ci avrete perso il sonno, e posso capirlo. Ma nell'ultimo ventennio si sono riuniti tutti. Duran (il nucleo storico, perché in teoria non si sono mai sciolti), Spandau, Tears For Fears, Europe, Take That, East 17 (una dozzina di volte), Johnny Hates Jazz, Let Loose, A-Ha, 911. Litfiba, volendo. Dai, seriamente.
Il tempo ricuce i rapporti, risana. Le band si riuniscono, non solo si sciolgono come ironizza Carboni. E i Bros ? Matt e Luke Goss ruppero il nucleo a Natale del 1991. Artefici del fenomeno Brosmania che, nel 1988, ve lo concedo, piuttosto incautamente, venne paragonato al marasma generato dai Beatles, i gemelli furono inguaiati da un contratto capestro dalla 3 Style Ltd, che faceva capo a Tom Watkins, che trattenne commissioni mostruose sui ricavi (non sui guadagni, attenzione...) mungendo la vacca fino a striminzirla, per poi fare spallucce e voltarsi dall'altra parte (attenzione, perché non pago, farà qualcosa di simile anche con gli East 17).
Luke, nell'autobiografia "I Owe You Nothing" (1993), che prende il nome da una delle loro pime hit, racconta : "Non c'è peggior cosa che essere famoso e povero. Tra il 1990 ed il 1992 non avevo i soldi nemmeno per mettere benzina. Ho dovuto vendere tutto. I concetti di 'guadagno' e 'ricavo' li porterò nella tomba".
Scrivo questa recensione per celebrare la tanta agognata reunion. All'annuncio, la prima data alla O2 Wembley Arena è andata sold out in 7 secondi. Matt si è ricostruito una carriera in quel di Las Vegas, dove da un decennio si esibisce al Ceasar Palace presso la Gossy Room, con tanto di orchestra. La voce, un ibrido tra Michael Jackson e George Michael, l'ha sempre avuta. Qui, ha potuto valorizzarla. Che poi la nicchia di assidui lo definisca un nuovo Frank Sinatra, beh, questo vi farà incazzare. Luke, dopo un progetto rockettaro andato in vacca quasi subito, si è riciclato e ha (parzialmente) sfondato come attore ad Hollywood. Blade 2, Death Race, e così via.
I fratelli hanno iniziato a strimpellare fin da adolescenti, quando, in una famiglia allargata (il padre lasciò la moglie quando avevano 5 anni) facevano i cazzari come tutti i ragazzini di quell'età nella periferia londinese. Ingaggiarono Craig Logan, bassista, che li scaricò dopo un anno dal successo perché esaurito, esasperato, e per congedarsi dignitosamente li trascinò in tribunale per poter continuare a usufruire del marchio "Bros".
Matt : "Il più grande assegno della mia vita l'ho firmato, staccato, e dato a Craig. E' uscito dal gruppo prima che la bolla esplodesse".
La bolla esplose nel 1990, con i ragazzi insolventi e le varie Visa, Mastercard e compagnia bella sul piede di guerra. Ancora Matt : "Abbiamo finito di liquidare la pratica 'Bros' nel 2004". Per la cronaca, il gruppo non ha mai dichiarato bancarotta, ma ha onorato i debiti spalmandoli nel tempo e proponendo compromessi tramite lo studio legale che ne seguì le pratiche.
Push, l'album, venne registrato nel 1987. Matt ci mise la voce. Luke e Craig, in studio, stettero a guardare. Il produttore, Nicky Graham, lavorò con i sintetizzatori pregando batterista e bassista di farsi da parte. Peccato, perché dal vivo i due dimostreranno di saperci fare, il primo soprattutto.
Push sfornò brani pop orecchiabili e d'impatto, puliti, che generarono due tour, uno in patria (The Big Push Tour) e uno intorno al mondo (The Global Push). La VHS con i promo video dei rispettivi singoli ("I Owe You Nothing", "When Will I Be Famous ?", "Drop The Boy", "Cat Among The Pigeons / Silent Night", "I Quit") spodestò "Thriller" dal trono di VHS più venduta di sempre. La Brosmania dilagò imperterrita per ogni cantonte e culminò con l'evento denominato Brosin2summer, concertone alla Wembley Arena di fronte a 90000 fans in delirio che precedette l'uscita del secondo album. Fu il canto del cigno. Il concerto li mandò in rosso, il tour in America fu un fallimento totale, e quando i gemelli rientrarono in patria l'eco era cessata.
Andarano avanti ancora un paio d'anni, un discreto seguito di fans era garantito. Ma la stampa si scagliò contro di loro: farabutti, spreconi, irriverenti, arroganti, immaturi, coglionazzi, privi di talento, e tanto altro ancora.
Push, ad oggi, ha venduto poco meno di dieci milioni di copie. Non è solo un prodotto di studio: le performance dal vivo sono state convincenti, i ragazzi ci sapevano fare. Anche come approccio agli strumenti. Un pop gradevole, post-adolescenziale: avevano 19/20 anni al culmine della carriera.
2017: i Bros sono tornati. Solo i gemelli Goss. Nel 2008 c'era stata l'offerta, piuttosto corposa, ma Matt e Luke non si parlavano più. Craig si è chiamato fuori, oggi è un manager di quelli tosti (Tina Turner, Pink, Danni Minogue). Ha precisato : "Non ho mai voluto essere famoso. Non volevo essere famoso". Di rimando, i Goss hanno fatto sapere che i Bros propriamente detti sono stati loro, sono loro, saranno sempre e solo loro. Ma se il tipo, ecco, volesse farsi vivo per una birra, perché no.
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