L’altro giorno dopo due anni son stato ad un concerto.
Venticinque persone in una terrazza privata a sentire un amico che ci vuol riprovare sul serio e sta a fare le “prime prove di trasmissione” dall’alto dei balconi.
Un passato in un semi noto gruppo indie milanese che a suo tempo mi aveva fatto già sentire. Che tutto sommato quel che stava facendo fosse un po’ più’ concreto e preparato della miriade di gruppi di amici che ho sentito in passato era abbastanza chiaro.
Non ci suona più’ perché… Perché i musicisti son gente che è: strana sempre, difficile spesso, di merda non troppo raramente.
Il mio amico rispecchia solo le prime due caratteristiche ma, insomma, immagino che nel gruppo ci stessero esponenti di tutte e tre.
E si sa come vanno a finire certe cose. Finisce che finiscono.
E così dopo dieci anni di inattività eccolo chitarra alla mano a cantarci i suoi testi. E quando gli parte un “meglio giudicato che sprecato” a me parte pure un po’ di invidia.
Ma va beh, fotte cazzi a voi.
Il mio amico superstar non sa solo cantare e suonare. Sa anche disegnare, ‘sto stronzo, che a voi fotterà sempre cazzi e tutto sommato potrebbero fottere anche a me, ma sul fatto che sia pure giovane, no. Il fatto che sia giovane è grave. Beato lui direte voi. non mi invitare alle tue feste private dico io.
Prima del concerto, quando le star si fanno aspettare.:
-“Scusa hai una sigaretta?”
-“Come? Sì, certo, aspetta”
L’avevo già vista appena entrato, perché anche un cieco l’avrebbe vista.
Una frase di un noto videogioco recita: “non so per gli angeli come funzioni, ma agli uomini è la paura che mette le ali”
Ecco, lei non ha paura, ma le ali si.
- “Suoni anche tu con Vic”?
- “No, sono solo un amico, non vado ad un concerto da un anno e appena mi ha detto di questa cosa mi ci son fiondato”
- “Ah, sembri un musicista pero!”
- “Grazie!” Che cazzo dovevo rispondere, “Sei la cosa più’ bella che ho visto negli ultimi due anni. Sposami, amami, e invecchiamo insieme”? Forse si’, “grazie” di certo era la risposta più’ stupida che avevo a portata di mano.
-“Ma conosci solo Vic? Non ti ho mai visto, che fai, di che ti occupi, ah e scusa piacere, io sono Ilda”
-“Piacere Ilda, sono nes”
-“Che bel nome”
-“Grazie, a me in realtà non piace molto. Quando ero piccolo mi sembrava troppo particolare, non si chiamava cosi’ nessuno, non si trovavano i segnaposto con il mio nome e robe del genere.”
-“Anche a me non piace il mio”
-“Beh anche il tuo non è molto diffuso, a me non dispiace comunque”
-“E poi il mio non si trova proprio mai in giro, pensa che è scritto con l’acca davanti, mia madre è Islandese”
Santa madre di dio e santa donna madre di quest’angelo, ecco da dove arrivavano le ali, dall’Islanda.
-“ cavolo, è una vita che mi piacerebbe fare un giro dell’Islanda non trovo mai nessuno con cui andarci, prima o poi ce la faro’”
- “Nooo dai… Sicuro che anche tu che vuoi andare in Islanda per i Sigur Ross, uff…”
- “Non mi dispiacciono i Sigur Ross e neanche Bjork, ma veramente la fotta dell’Islanda me l’han data i primi dischi dei Mum”
-“I mum, ma non li conosce nessuno qui, sicuro che non sei un musicista e non mi stai prendendo in giro”
Non sai quanto ti vorrei prendere…
-“no, per dirla alla vecchia maniera: suono giusto il campanello quando arrivo. mi limito solo ad ascoltarne tanta”
Attorno a noi la gente si comincia sedere in attesa che il nostro comune amico esca dalla portafinestra e ci delizi con le sue cose.
Noto di avere la fortuna di essere tampinato da un angelo, vero, ma che comunque, tutt’attorno è un brulicare di driadi e nereidi… dove cavolo le teneva nascoste tutte queste qui Vic?
-“io ho gusti un po’ diversi comunque, a me piace roba un po’ più’ dark”
Sono perso nel mare dei suoi occhi mentre colibrì e uccelli del paradiso mi sussurrano le sue parole in punta di becco direttamente sui lobi delle orecchie.
-“tipo?”
-“Burzum”
Avete idea di come un uccello del paradiso possa cinguettare “Burzum”?
Io non ce l’avevo.
Riesce comunque a scioglierti le ginocchia.
-“Ah” che è tipo la seconda risposta più’ idiota che potevo dare, la prima era “grazie” ma quella me l’ero già giocata.
-“Conosci?”
-“si’ certo, non apprezzo particolarmente ma lo conosco. Trovo molto interessante il fenomeno artistico del Black Metal, mi piace meno la musica vera e propria, ma anche li’: son gusti, e ci sono gruppi che preferisco ad altri e alcuni che addirittura mi piacciono tantissimo ”
-“ti va di venire da me dopo il concerto a vedere un documentario su di lui, o domani lavori? non mi hai ancora detto cosa fai…”
Già, che faccio? Chi sono, come mi chiamo, dove sono? A casa sua? Dopo il concerto? Speriamo duri poco. Il concerto. Cosa mi aveva chiesto? Madonna quanto sei bella… come te lo dico che è finita oggi la cassa integrazione e di conseguenza faccio il disoccupato?
-“eh, faccio una roba con i computer, testo programmi. In teoria, perché questa mattina ho perso il lavoro”
-“mi spiace tantissimo ma allora devi venire per forza, hai bisogno di distrati!”
Vic sale sul palco e il concerto inizia. Riesco a seguirlo senza farmi distrarre dell’invito ricevuto poc’anzi e mi limito a fare un breve recapito di quanto segue:
Quando hai fatto l’ultimo bidet?
Alla prima pausa del concerto fiondati in bagno ruba del dentifricio e trova la maniera di lavarti i denti.
Prega che abbia dei preservativi in casa, che se è una fan del salto della quaglia andiamo tutti in bianco (c’hai 40 anni, non 18).
Il concerto finisce salutiamo e usciamo, Vic mi manda dei sorrisi complici che sembrano urlare “bella Vez, fatti valere!!!” E imbocchiamo la porta di casa.
Passiamo di fianco a un distributore di sigarette e mi chiede se posso comperarle un pacchetto che lei non sa come si faccia con i distributori automatici. Le dico che non ci sono problemi ma che non ho la tessera sanitaria, deve darmi la sua.
Sorride mette una mano alla borsa. Al rallentatore la mano ne estrae un portafoglio bianco e rosso. Lo apre, con una mossa fluida estrae la scheda la fa roteare in aria e me la appoggia in mano. “Ecco a te. frose puoi prendere anche altro oltre alle sigarette”.
...DIO BURZUM.
Con tutto il cuore: Io, Dio, Ti, Odio.
Infilo la scheda metto mano al portafoglio e tiro fuori i soldi
-“ma no, prendi i miei”.
Pago le sigarette, le ritiro dal distributore e le rendo la tessera sanitaria.
Proseguiamo per un paio di isolati. Arriviamo a un cancello verde che da su un folto giardino e mi dice: io sono arrivata. È tardi, non so se facciamo in tempo a vedere il documentario. Pero’ se sali mi fa piacere.
insicura… Lei… forse perchè avevo preso solo le sigarette.
DIO BURZUM, giuro, questa non te la perdono. Quando verrà il momento vedi di cacciarmi all’inferno in un girone bello isolato, che se per sbaglio ci dovessimo incrociare tu sarai pure l’onnipotente ma quant’è vero che sei stronzo ti tiro tanti di quegli schiaffi che ti faccio piangere e gridare "mamma".
Come me ne sono liberato resta un segreto son tornato a casa mia dopo averla visto varcare cancello. Si è voltata inquadrandomi con degli occhi confusi per mezzo secondo. Poi i miei si sono abbassati.
DIO BURZUM
2002 sulla tessera sanitaria.
DUEMILADUE; cazzo, diciannove anni.
Di buono c’è che continuo a sembrare un ragazzino… pensavo che prima o poi questa cosa mi sarebbe tornata utile, ma volete sapere una cosa? No, non sarà mai utile, è buona giusto per metter nero su bianco quattro stronzate.
n tutto ‘sto casino l’unica cosa che ci ho guadagnato è che adesso so che effetto fa farsi una sega ascoltando Belus.
Esperienza non terrificante che potrei anche consigliarvi. Se non fosse che vi consiglierei di più’ di avere ancora diciannove anni.
Ah, comunque l'ho detto ma non so se avete capito: llda era “Hilda”, con l’acca… e niente adesso provo a vedere se anche Filosofem funziona uguale.
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