Per fare un disco di salsa ci vogliono tre cose: il ritmo clave, "el sabor" e un cantante quantomeno decente. In Dos Campeones clave c'è, il "sabor" anche e cantanti ce ne sono due. Sì, ma uno dei due è un pugile professionista e titolato.
Due brevi biografie:
-Camilo Azuquita è un cantante di salsa. Nasce a Panama, che contrariamente da quello che uno potrebbe supporre è una zona dove la salsa si produce in notevole quantità, seppure i tre centri rimangano Puerto Rico, New York e Colombia.
Camilo possiede una bella voce ma le composizioni che gli hanno proposto negli anni non hanno mai raggiunto le classifiche: dobbiamo riconoscerlo sono abbastanza mediocri musicalmente, almeno se confrontate con il resto della salsa, un genere che rivela molte perle nascoste e molti successi inaspettati. Non per Camilo, che ancora oggi è praticamente un fantasma anche per gli appassionati, non avendo mai prodotto nessuna canzone che ti faccia dire "ah si lui è quello che ha fatto QUELLA".
-Roberto Duran avrà forse cantato solo sotto la doccia prima di incidere questo album. Però ha tirato molti pugni, e molti ne ha incassati. Anche lui panamense di nascita, è stato premiato con 5 titoli in differenti categorie di pesi. Ha partecipato nel ruolo di "sparring partner" nel film Rocky II. Ha pure una pagina wikipedia in italiano (e pure lunga), cosa che Camilo Azuquita magari gli potrebbe invidiare. E' stato per una volta e una volta soltanto interprete di salsa panamense, in questo album.
C'è una terza biografia che andrebbe fatta, di un personaggio elusivo. Il produttore di questo album. Ma credo sia più efficace chiedersi una semplice domanda: "Chi ha ideato questo album è un genio del marketing o un completo folle?". Un pizzico della prima, almeno nelle intenzioni, e piuchealto la seconda.
In Dos Camepones Camilo Azuquita continua la sua traiettoria, che dura tutt'ora, di mediocrità, ben poco spicca se non due tracce che comunque non arrivano a più che a un 6.5 su 10.
La traccia omonima, Dos Campeones, è una salsa leggera e standard, una delle due migliori del disco, fila via senza lasciare ricordi precisi però messa in una playlist con altre varie dello stesso periodo non sfigurerebbe. Segue Sabor A Mi un lentone romantico dimenticabile.
E finalmente Bon Jour Madame, scritto così. Ecco, il pezzo è come per tutti gli altri, niente di eccezzionale. Questo se non fosse che "il campione" prende il posto al microfono. Duran canta male, lui mica è cantante, c'è da aspettarselo. Voce nasale, stridula, non funziona con la salsa. O forse funziona benissimo e io non capisco un cazzo (possibile!). Il coro nel ritornello dice "Ora canta Roberto Duran, in spagnolo e in francese!". Le uniche parole in francese che Duran dice nel pezzo sono "Bonjur Madame" e "je parle francais madmoiselle" dove madmoiselle suona più come "mammelle".
Per fortuna appena ha finito, l'altro riprende gli strappa il microfono e riprende il suo posto di protagonista per le restanti tracce. Tutte tranne una: Sueño Con Cuba. Duran qui canta ancora peggio di prima. Infatti questa volta gli assegnano una composizione che ha una linea vocale più "tirata", con le vocali finali tenute lunghe, con acuti che l'altro non avrebbe problemi a sostenere, ma che in mano al pugile diventano lamenti di un gatto a cui qualcuno ha pestato la coda inavvertitamente.
Tutte le altre tracce non elencate sono tanto riempitive come dimenticabili.
Quest'album un 3 su 5 però se lo merita, per il coraggio. Non riesce però ad essere quel pugno nello stomaco (battuta voluta) che qualcuno s'aspettava (anche io).
Allora mi chiedo: Chi ha ideato questo album è un genio del marketing o un completo folle?
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