AVVISO IMPORTANTE: LO SO, QUESTA È LA QUINTA RECENSIONE SU QUESTO ALBUM, C'HO PROVATO AD ESSERE PIÙ PERSONALIZZATO, VEDIAMO. SPERO DI NON CREARE DEI DISORDINI COME SUCCESSE CON "PINK MOON". Chiedo scusa a Flo e a Carlos per averli insultati pubblicamente. Mi dispiace per la mia debolezza caratteriale. Bando alle ciance, buona lettura. :)

Ahhh i Caravan... è passato un mese da quando li ho scoperti, me ne innamorai subito. Sono una band sensazionale, "sottovalutata" (si fa per dire) dai critici, se pensiamo che gli elogi della critica alla scena di Canterbury sono incentrati in primis su Soft Machine, Henry Cow e Gong (nel senso, sono apprezzati, seppur meno di questi illustri nomi). La loro grande abilità di creare un rock unico, fondendo lo spirito più spensiserato del jazz più melodico, decorato spesso da alcune venature folk, con delle leggere pennellate psichedeliche che rendevano i loro album perfetti per i trip psichedelici, garantisce un posto d'onore tra i big del progressive rock. Se mi chiedessero, durante una visita medica, se assumo droghe, risponderei di sì, ma non è la classica droga che si assume attraverso pillole o attraverso siringhe. È una droga più piacevole da assumere, ha effetto per soli 43 minuti, ma in quei pochi minuti, chi si lascia trascinare da tale sonorità, può intravvedere la magnificienza del mondo, sia nelle cose semplici, che nelle cose apparentemente brutte. Già la copertina, rosa e grigia, è una delle più belle mai disegnate nella storia della musica. Gioiosa e allo stesso tempo raffinata. Un must per chiunque ascolti progressive e rock in generale.

Già con "Golf Girl" si ha la sensazione di essere in un mondo magico e romantico, con quell'intro di trombone, che avanza insieme ad una chitarra magnetica, spezzando il ritmo. L'intensità aumenta finchè un dolce e deciso flauto non chiudono il sipario sul primo movimento di questo capolavoro. Solo 5 minuti sono bastati ai Caravan per farmi impazzire. E il meglio deve ancora arrivare...

Si passa ai sette minuti di "Winter Wine", i trip psichedelici in questo brano sono infiniti, e al momento del magnetico assolo di chitarra, con quel suono "a strappo" si ha la sensazione di volare in alto, e di ammirare a quote altissime il mondo. Un affresco sonoro capace di deliziarti nel fatidico mondo dei sogni, ma non c'è da perdere tempo, dopo tutto “dreams are always ending far to soon”. Il sogni sono destinati a finire presto, l'importante è goderseli. Di per se, Winter Wine non ha alcun difetto, se non che finisce!

“Love to love you (And tonight pigs will fly)” presenta invece una struttura giocosa, già rintracciabile in "Golf Girl", con la differenza che al posto della voce di Sinclair, vi è la voce leggiadra di Hastings, per certi versi simile (non uguale) a quella del divino Robert Wyatt.

Con l'omonima title-track, vi è quella vena rurale tipicamente folk nell'intro che sparisce nel momento in cui l'atmosfera si scalda, con assolo di tastiera maestoso, che riesce a mostrare il romanticismo e la raffinatezza dei Caravan, per poi essere sostituito dall'intercedere di quella maestosa chitarra elettrica, che squarcia lo spazio e il tempo che ci circondano e che fanno parte delle nostre azioni quotidiane.

E arriviamo alla massima torre eretta dai Caravan, la più alta, la più imponente, la piu leggiadra, più si va avanti durante i suoi 22 minuti, più si riesce a cogliere la magnificienza del genere del progressive al meglio delle sue potenzialità. Si ha la sensazione di essere sparati in alto verso lo spazio, senza possibilità di arrestarsi, ma si ha la gioia di vedere le stelle man mano si sale, ma si ha anche paura. L'imprevedibilita è tanta, l'intensità cresce, tra accellerazioni, cambi di tema, di ritmo, assoli continui di organo e chitarra, tastiere che scandiscono il tempo meglio di un metronomo. Il cuore sobbalza, l'adrenalina schizza alle stelle. In 22 minuti i Caravan mostrano il meglio della loro arte. Tutto ciò è "Nine Feet Underground", una delle massime suite della storia del progressive, amore mio eterno di questo genere che oramai da tempo mi ha conquistato nella sua grandezza e complessità espressiva. Il finale della suite...ne vogliamo parlare? Con quell'andamento quasi hard rock della chitarra e del piano? Orgasmo unico di 22 minuti. Grazie Caravan, di tutto!

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