Tempo di rimettersi in giuoco, e per quanto mi riguarda non c'è modo migliore di farlo che rispolverando una perla dimenticata del frammento death/grind.
Su questo "For the Security" degli svedesi Carbonized (esticazzi...) non ho nulla da dire, se non che è una fottuta opera d'arte. Un disco quasi perfetto, "flawless" come si direbbe oltremanica, che scorre giù e dentro di voi come un bel bicchiere di cedrata in veranda, davanti a un tramonto d'estate: 28 minuti, ma vi sembreranno una decina se va male.
Dopo aver affrontato una delle copertine più tamarre che ricordi di aver visto nella mia (breve, eh) esistenza, dove due tizi copulano nella car in mezzo a teschi e palazzi in fiamme, ci dà il malvenuto un riff malvagio e spakkaossa come pochi: che inizi la degustazione. E se le prime due ignorantissime tracce non vi paiono tutto 'sto granché, nonostante siano due sventole micidiali (soprattutto "Hypnotic Aim"), sappiate che è proprio dalla terza che ci si diverte per davvero. Già "Euthanasia", infatti, rivela il valore di questo capolavoro, grazie ad alcune intuizioni genialoidi che più volte m'hanno ricordato i grandi Demilich, maestri del techno-death finnico. Degne di menzione anche le tre bombarole che aprono il lato 2: "Reflections of the Dark" presenta alcuni cambi di tempo clamorosi, conditi da una chitarra sublime, thick as a brick; "Third Eye" è quanto più si avvicina al "grindcore psichedelico" (what the shit) menzionato da Wikipedia; "Purified (From the Sulfer)" contiene un incipit da Hall of fame. E com'è giusto che sia, in cauda non venenum, ma la ciliegina sulla torta: i giri di basso di Lars Rosenberg in "Monument", pezzo di chiusura, vi ridurranno come Meg Ryan al bar.
Esatto, ho scritto Lars Rosenberg; ma non è tutto. Citando le parole di Excreted Alive, capita spesso, con questi gruppi, di fare "scoperte curiose". Vi basti sapere che la formazione di questo disco coincide con quella che suona su "Theli", il quinto album dei Therion, Mellberg escluso. Di Rosenberg, pure ex-Entombed, vi ho detto; la chitarra di Christofer Johnsson, di una pesantezza maciullante, sforna raffinatezze prelibate, sfiorando talvolta lo psichedelico per davvero. Il mio più grande plauso va però al "Docent", Piotr Wawrzeniuk, il cui operato dietro le pelli ha semplicemente dell'incredibile. In teoria anche le tematiche sono analoghe a quelle dei primi Therion ("Of Darkness", ad esempio), ma i testi sono irreperibili quasi nella loro interezza.
Dopo quest'album (1991) i Carbonized cambieranno decisamente direzione, realizzando prima "Disharmonization", una follia lucida (più o meno) che talvolta mi ha ricordato i Mr. Bungle, e infine "Screaming Machines": delirio completo. Personalmente, mi tengo stretto questo "For the Security": un'opera feroce, incessante, complessa, che però ad ogni ascolto saprà come ripagarvi.
[Dedico questa recensione al De Marga e a Extro (il sottoscritto sa perché- e grazie al cazzo...).]
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