“Post blues dall'afflato gotico”, almeno così si legge nel prontuario. Oppure neo folk, neo questo, neo quello. Ma l'unica cosa da dire è che il suono della mancanza è esile e si espande in cerchi concentrici all'infinito...risonanza interna...creeping inside. Che nel centro nel centro delle cose, se mai vi capita di esserci, è tutto pieno di echi e di specchi. Se poi la modernità vuol porre anch'essa il suo sigillo lo farà col rumore, un cascame di detriti d'angoscia di una macchina free form che sputacchia qua e la. Succede anche qui. Non sempre però, che, a volte, l'invocazione e il terrore son lasciati a sé stessi. E, quando è così, son brividi. “Il cancro è arrivato fin nelle cose più piccole, le strade non portano da nessuna parte”. Ecco, appunto. Qualcuno ha scritto che qui ci sono i fantasmi di Hank Williams e Robert Johnson, tutto giusto immagino. Sicuri però che i fantasmi sian loro?
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