I Circles End sono un gruppo norvegese autore, nel 2001, di "In Dialogue With The Moon", un ottimo debut album che lasciava intuire chiaramente il loro notevole potenziale artistico e che vi invito caldamente a cercare di reperire. A distanza di 3 anni la band si rifà viva con questo "Hang On To That Kite" che si fa apprezzare ai livelli del disco precedente se non di più in virtù di un maggior grado di maturità raggiunto dalla band che si riflette sulle composizioni che si fanno ancor più solide ed equilibrate. I nove brani proposti, per un totale di poco più di 40 minuti, sono ricchi di suggestioni crimsoniane anche se il paragone più calzante potrebbe essere rappresentato da una versione meno estrema degli svedesi Anekdoten complice anche la somiglianza dei timbri vocali dei due cantanti. Certo non mancano i momenti un po' schizoidi così come quelli malinconici ma il tutto si mantiene meno esasperato che negli Anekdoten per cui si rimane sempre abbastanza distanti sia dalla cupezza di "Vemod" che dalle asprezze di "Nucleus". I brani che più di discostano da questo stile sono la seconda traccia, "Tiny Lights", che sembra una out-takes da "Suffocating The Bloom" degli Echolyn, e la traccia conclusiva "The Dogfather Has Entered The Lift" un curioso strumentale ricco di suggestioni sudamericane ed echi jazz fusion nel quale si possono udire interventi di sassofono. Una piacevole conferma.
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