Sbucciando l’ultima arancia del paniere mi sono accorto quasi all’improvviso che la primavera era iniziata da un pezzo. Allora ho strizzato mezzo limone in una ciotola, un pizzico di zucchero una banana una mela un kiwi mezza arancia ed ecco fatto una macedonia. Perfetta con i C’mon Tigre nelle orecchie.
Suonano morbidi e post-moderni, sfaccettati e divertentemente caleidoscopici questi sgavezzacollo cosmopoliti, roba difficile da trovare e facile da amare. Dentro c’è un po’ di tutto, come nella mia raffazzonata macedonia, e i diversi sapori si sentono distintamente, freschi e giocosi: post-rockismo elettrificato, muscolarismo ritmico di Fela Kuti e Tony Allen, un piglio profondo e lieve, un pizzico del meglio dei Gorillaz, lento trasognismo à la Portishead, vitalismo tutto Soul, shakerismo avvezzo al capogiro che piglia spicchi di mondo e ci fa un vorticoso gingillo.
Chiassosi e fini, rigorosi e sbracati.
Intigranti.
Carico i commenti... con calma