C. S. I. Consorzio Suonatori Indipendenti e i suonatori in questione hanno già esperienze importanti alle spalle, Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni erano colonne dei CCCP, Gianni Maroccolo suonava il basso nei Litfiba dei tempi buoni, il tastierista Francesco Magnelli era un collaboratore del gruppo fiorentino.
Ai quattro (che avevano già suonato insieme nell'ultimo disco dei CCCP e in "Maciste Contro Tutti", l'album su cui appare per la prima volta la sigla C.S.I.) si aggiungono Giorgio Canali alla chitarra elettrica ed altri ospiti fra i quali Pino Gulli che picchia sulla batteria al posto di Ringo De Palma, altro Litfiba, portato via da un'overdose.
"Ko De Mondo" inizia con la bellissima "A Tratti", melodia praticamente assente, ritmica sui tom, un' atmosfera di tensione ed attenzione che dura fino alla liberazione finale con il testo declamato su una nota sola e gli strumenti che l'avvolgono.
Dopo la minimale "Palpitazione Tenue" e "Celluloide" in cui Ferretti gioca coi titoli dei film, arriva "Del Mondo", forse il più bel brano mai scritto dal gruppo, testo di grande bellezza su una piccola ed elegante melodia, tastiere raffinate (che non è poco) e chitarre in continua risonanza.
L'energica "Home Sweet Home" è seguita da nuovi episodi importanti come la lenta ed intensa "Intimisto", "Occidente" con la sua chitarra mediorientale a dispetto del titolo, "Memorie Di Una Testa Tagliata", caratterizzata da lugubri strofe e da aperture che riportano ai canti della tradizione, altro grande amore di Ferretti.
Arriva improvvisa la violenta sberla di "Finistère", poi "La Lune Du Prajou" con i vocalizzi di Ginevra Di Marco, "In Viaggio" il cui arrangiamento richiama, forse banalmente, il rock degli U2.
Infine "Fuochi nella Notte", brano acustico che chiude il cerchio riprendendo l'ossessivo "chi c'è c'è e chi non c'è non c'è" del primo episodio del disco.
"Ko De Mondo" è un album sicuramente importante, linguaggio nuovo, decisamente caratterizzato negli arrangiamenti, molto originale e forse detestabile per qualcuno, non per il vostro recensore: giù il cappello!
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