C'è la musica da ascoltare quando si è tristi.

C'è la musica da ascoltare quando si è felici.

C'è la musica da ascoltare quando si è medi (semi-cit).

Poi c'è quella da sentire quando si sente nostalgia, c'è la musica da spiaggia, quella per ballare, da sentire mentre cucinate, mentre si guida l'auto, per cazzeggiare con gli amici, per scopare, per ridere, per rilassarsi, perché vi sentite esaltati o soli, quella adatta ai momenti di rabbia. La musica quella bella da innamorati o da cantare e che sentiva anche la nonna con la zia. Quella che mette il vicino di casa alle 3 di notte, quella da chiesa, quella da sentire per darvi la carica prima di un esame importante o per far addormentare un bambino.

Ma, io dico... perché c'è poca, così poca, pochissima musica da sentire quando ti fa schifo tutto e non vedi la luce in fondo al tunnel nemmeno se ci piazzano un faro da 10.000.000W?

Quando io sono disgustata, quando proprio-proprio-proprio-proprio-proprio su tutto ciò che vedono i miei occhi stenderei un velo pietoso, non sopporto nessuno e spero che l'umanità venga spazzata via dall'impatto della terra con un meteorite enorme, ecco, quando sono esattamente di questo specifico e ottimo umore c'è solo un disco che mi soddisfa appieno, è Destroy All Human Life.

Ah! Che perfezione, nella sua semplicità. Quanta poesia condensata in quattro parole!

Una roba da far impallidire Ungaretti.

DISTRUGGI TUTTA LA VITA UMANA.

Uscito nel 1999 è il quarto disco dei Country Teasers, band art rock di Edimburgo fondata nei primi anni 90. Il gruppo si caratterizza per i suoi testi di satira pungente dalle tematiche letalmente amalgamate che spaziano tra politica, misoginia, morte, omofobia ecc.

In maniera molto originale la mente del gruppo, Ben Wallers, si cala esattamente nella parte del personaggio-tipo che vorrebbe dissacrare in una sorta di autoimmolazione, in maniera tanto provocatoria da lasciare a tratti interdetti, è emblematico in questo senso il simbolo utilizzato per il suo nuovo progetto solista, lo Spakenkreuz. E' dichiaratamente una svastica nazista con un braccio rotto e rovesciato che sembra gridare “Hey, tu! hai notato quanto sono idiota? Guardami, stronzo!”, io non ho potuto trattenere una risata genuina la prima volta che l'ho vista, soprattutto perché lui ne va maledettamente fiero.

Per tali ragioni il suo lavoro viene spesso considerato simile a quello di altri autori satirici come Lenny Bruce o Bill Hicks, personaggi controversi per il linguaggio utilizzato durante i rispettivi spettacoli che lui conosce e sono fonte di ispirazione per il suo lavoro.

Fin da un primo sguardo, la copertina in tinta funerea con un cielo nuvoloso al tramonto sul quale si staglia il titolo dell'album, non lascerà molte possibilità d'interpretazione.

Musicalmente è country western, volutamente distorto e stonato, decisamente ossessivo e ripetitivo, intriso di manifesto alcolismo dei musicisti implicati.

Quando il brutto è bello, è così. Forse.

Se mi concedete il paragone il disco per me suonerebbe come un uomo che vi avvicina mentre siete tranquillamente seduti al bancone e sorseggiate la vostra pinta di birra preferita.

Qualche battuta spiritosa lascia intendere di trovarsi di fronte a un buontempone troppo ubriaco, anche se in voi si insinua il dubbio sia solo un tizio patetico al quale puzzano le ascelle e che ha l'alito di uno che ha litigato con lo spazzolino il mese scorso. Mentre parla vi sputacchia addosso e dentro al bicchiere, prima sembrerà casuale ma poi, a un certo punto, accarezzerete la possibilità dell'intenzionalità, quella cattiva, compiaciuta e volontaria.

In breve non vorreste più stare a sentirlo ma nemmeno potrete smettere di ascoltarlo per quel gusto inconfessabile e insano che abbiamo tutti per il grottesco.

Inoltre non è certo un idiota, è sì sgradevole ma anche interessante. Di certo è mosso dalla buona intenzione di insegnarvi qualcosa, mica parla a vanvera... lui.

Alla fine, quando se ne sarà andato, vi resterà addosso un po' della sua puzza. Con buona probabilità, seppure sollevati vi risulterà incomprensibile aver ascoltato attentamente le sue parole e aver trovato tutto così inspiegabilmente consolatorio. Se questo caso dovesse verificarsi, nonostante tutto, vi sarà risultato simpatico.

Infatti se siete naturalmente predisposti a un sacrosanto cinismo, humour nero nonché un pizzico di masochismo non potrete che restare affascinati dal mix di malinconia schizofrenica oscura, al vetriolo, che ha trasudato per tutto il tempo.

Insomma, non si può restare indifferenti di fronte a un incontro simile, discorso valido anche se non capirete una sola parola. Usa infatti un Linguaggio Universale, diciamo così.

E' un disco strano ma coinvolgente, con personalità.

Se dovessi pensare a un corrispettivo attuale italiano, per spirito, io li accomunerei di istinto ai BJLFP. In verità sono ritenuti molto vicino ai The Fall o, per certi versi, ai Crass.

Mele dorate a tutti. A buon intenditor...

Ci si vede.

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