Temo che ai lettori sotto i 30 anni d'età e interessati all'Hip-Hop da meno di 10, il nome del gruppo in questione non dica assolutamente nulla. Vercellese per quattro quinti e torinese per uno, la crew ha avuto modo di dimostrare la propria abilità nel Rap sui palchi di alcuni degli eventi più importanti degli anni '90.

Dopo la compilation "Dal sottosuolo" e comparsate su vari mixtape dell'epoca (quelle più famose probabilmente nei volumi di "Lo capisci l'italiano?" curati da Dj Double S) nel '98 i cinque si affacciarono sul non ancora (allora) troppo inflazionato panorama delle autoproduzioni con questo EP. Per chi non li conoscesse i membri erano Sir Two, a tutt'oggi uno dei più apprezzati esponenti dell'aerosol art made in Italy, Tosse, noto per la sua bravura nel freestyle e da alcuni anni votato anima e corpo al turntablism e alle produzioni Funk, Ozio, beatmaker e MC ancora in piena attività e Lazy P e Rata. Gli ultimi due attualmente sono rispettivamente producer e MC nei torinesi Randaz, anche se probabilmente Rata è noto ai più per le sue collaborazioni con Dj Enzo. Ozio invece continua a fare musica a marchio Covo delle Bisce, assieme a suo fratello Japo T e al socio di sempre Sir.

Beh chi sono l'abbiamo appurato ma... Com'è sto dischetto? Onestamente mi risulta difficile parlarne in modo obbiettivo, essendo vercellese anch'io il suddetto EP costituisce il primissimo esempio di rap in italiano che abbia mai avuto il piacere di ascoltare e ne sono legato da profondo affetto. Credo comunque che anche ascoltandolo per la prima volta a tredici anni dalla sua uscita, gli amanti del Rap troveranno più d'un buon motivo per ritenersi soddisfatti. A partire da "Solo roba spessa", probabilmente il pezzo più noto dell'intero lavoro anche in virtù della presenza di Esa e del suo inserimento nella compilation "Suoni dalla strada". Difficile rimanere indefferenti anche davanti alle riflessioni dal retrogusto quasi amarcord de "Il sogno", graziata oltretutto da un ritornello orecchiabile al punto giusto. Gli amanti delle punchline e dei trick metrici troveranno invece pane per i loro denti nella battagliera "Da jam a jam" (ovviamente tenendo conto che si tratta d'un brano con più d'una decade sul groppone). Chiude il cerchio (di vinile) "Vita", col riconoscibilissimo riff iniziale di "Voodoo Child" campionato nel beat e gli MC's intenti a tenere un'interessante lezione di sopravvivenza (ben inteso: soprattutto mentale) in uno scenario urbano quantomeno degradato e degradante.

Quattro tracce più intro per raccontare il punto di vista di chi, continua imperterrito a perseguire la propria idea d'Hip-Hop, incurante delle mode del momento, dei soldi facili e del sudiciume che inquina questa cultura dal giorno uno. Credo che l'amarezza che emerge in certi passaggi sia dovuta soprattutto al quotidiano sputtanamento della propria cultura cui si doveva già tristemente assistere allora, ciònonostante gli autori non danno messaggi negativi, esprimono semplicemente il loro disappunto senza mezzi termini. Per i collezionisti la possibilità d'imbattersi in uno dei 1000 vinili stampati (e a quanto ne so totalmente distribuiti a mano alle jam) è abbastanza remota ma un colpo di fortuna non è da escludere a priori. Se poi siete DAVVERO fortunati potreste imbattervi nella ristampa su cassetta uscita l'anno dopo e arricchita da una traccia in più chiamata "Sul ring". A tutti gli altri consiglio invece di dare un ascolto a questi pezzi su youtube (dovrebbero esserci tutti e anche altro). Piacciano o meno restano comunque una bella testimonianza di come veniva fatto il Rap in una piccola realtà di provincia come questa. 

Carico i commenti...  con calma