"Cynic (Cinico): Un membro di un gruppo di filosofi dell'antica Grecia i quali insegnavano che la virtù costituisce felicità e che l'autocontrollo è la parte essenziale della virtù."
Così recita il testo nel booklet dell'album in studio di esordio di una grande band penalizzata da una storia travagliata, i Cynic. "Focus" esce nel 1993 per la Roadrunner Records (sono sempre più convinto che sia la mia etichetta preferita), dopo già 4 demo omonimi pubblicati dal gruppo. Il risultato è un album eccezionale e davvero non catalogabile in nessun genere in particolare. C'è un pò di tutto, la musica è il punto di unione tra gruppi come Opeth e Death (di cui infatti hanno fatto parte il batterista dei Cynic Sean Reinert e il cantante e chitarrista Masvidal per l'album "Human") ed altri più vicini al progressive tradizionale, con l'aggiunta di synth e vocoder (forse una delle prime volte in cui è stato usato il vocoder nel metal, regalando particolari emozioni all'ascolltatore) e sporadici riferimenti ad altri generi. Proprio il cantato di Paul Masvidal è l'elemento distintivo dei Cynic, tra vocoder e voce death. Completano la formazione il secondo chitarrista Jason Gobel (che ha suonato anche nei Monstrosity con il futuro iconico cantante dei Cannibal Corpse George Fisher!) e il bassista Sean Malone, che suona anche il Chapman Stick ed è ricordato per il prestigioso progetto dei Gordian Knot.
Delle 8 tracce che compongono il disco (solo 35 minuti di musica, che con l'aggiunta di 3 nuove versioni di brani dell'originale e 3 bonus track diventano 75 nella versione del 2004) consiglio in particolare l'opener "Veil of Maya", la centrale "Sentiment" e "Textures". A chiudere, forse troppo presto, l'album è, con una decrescenza progressiva del volume, un assolo di chitarra e poi di synth della conclusiva "How Could I".
I Cynic successivamente si sono sciolti, restano uniti solo con altri progetti quali i già citati Gordian Knot di Malone, gli AEon Spoke (ancora attivi) e i Portal, subito scomparsi dopo un solo demo; e si sono riuniti con un nuovo secondo chitarrista e un nuovo bassista dal 2006 al 2015, quando Reinert abbandona il gruppo. In ogni modo, restano un grande gruppo, trait d'union di tecnica ed emozioni senza scadere né nella lagna, né nel senza senso.
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