La letteratura e il cinema abbondano di idee che nascono da salti a ritroso e da confusioni temporali. Basti ricordare, tanto per restare alla "settima arte", il film di Francis F. Coppola "Peggy Sue si è sposata" in cui la protagonista (Katheen Turner) dopo uno svenimento, torna agli anni del liceo con tutti gli inconvenienti del caso: una teenager con una testa da quarantenne! Si può citare, a fortiori, et en passant, "Ritorno al futuro" di Robert Zemeckis…

Tutto ciò mi serve per arare e preparare il terreno al disco, pubblicato da pochi giorni, che vi vò a presentare: "Shades Of Dorian Gray" di Danny Cohen… La filosofia progressista che prevede per la musica l'andare avanti come unica direzione di marcia, in questo caso, viene positivamente smentita… Questo "Shades" suona come un vinile vecchiotto ed è imperdibile; ci riporta per il sound, gli strumenti, il modo di comporre, di suonare e gli arrangiamenti, alle atmosfere di fine anni '60 inizi '70. Anche qui si compie una capriola spazio-temporale incredibile, ma non dannosa… anzi!! Chissà perchè un artista come Cohen sia rimasto così tanto nell'ombra (pensate che ha pubblicato 3 cd negli ultimi anni e prima nulla o quasi). Solo ostracismo delle case discografiche?? Ma che schifo gliè codesto? Ma cazzo!, non ci fosse stato quell'altro sbalestrato di cervello, quella mente deragliata di Tom Waits a recuperarlo, ci saremmo persi, ammuffito nell'ombra, questo genio fuori di testa…

Danny ci regala un lavoro di modernariato musicale. Ed è come scoprire un "Santa Cristina" dimenticato per anni in cantina… e mai invecchiamento fu più benefico… o come trovare una vecchia lettera in soffitta e, leggendola, appurare che ci siam persi anni fantastici. Basta pigiare il play e far partire il primo brano "Prayer In The Back & White" per capire in che strana e dimenticata isola musicale ci siamo andati a cacciare… Ci accoglie uno scombiccherato gruppo di ottoni, da strapaese, di fuori "come una terrazza" tipo "Funeral Marching Band" accompagnati da una chitarruccia con le corde ossidate… e da cambiare. Ma Danny li avrà i soldi per una nuova muta? E di colpo parte la voce stralunata, vissuta, nicotinizzata, sgangherata e stramba come quella di un ubriaco caracollante che urla disperato impropèri a Selene sferrando un calcio a una lattina che si fa rotolante e ciaccolante sul'acciottolato… Una atmosfera d'antan artatamente creata che ci riporta, come la Peggy di sù, a un tempo che fù…

E nel secondo brano "Avian Blues" quella che sembrava una impressione si fa certezza… questo artista ha conservato in se, come una conchiglia con la voce del mare, i suoni di una epoca trascorsa restituendoceli intatti, senza contaminazioni o artifici di sorta, come fossero coevi a quel tempo... Provare per credere! Ogni tanto fò un salto; mi appaiono fantasmi… qui si evoca e si ricorda palesemente quell'altro folle di Syd Barret… Ebbene! Come non provare emozione! Ed ecco che sfrigolano Hammond e sax imbolsiti pericolosi per la mia saudade… Si va verso una "Vertigo" ballata struggente che mi fa temere per la sua potenza di dissociazione temporale… Ma sarà vero? Il rock degli albori sano e ingenuo è redivivo! E' incredibile! Ed in "Drawing In The Dark" la voce di Danny, fuori dalle righe comprese quelle pentagrammatiche, si spezza e mi fa temere il peggio… Ohiohi! non è che mi crolla sullo "Shure"?... Ma si ripiglia, e si che si ripiglia... e la sua sofferta interpretazione ci regala bagliori lunari… Sento forte tra questi solchi puzza o odore, forse è meglio, di muri Watersiani screpolati e tirati su con la stessa calcina… in "Devil Brat" il nostro, senza pudori, si abbandona a conati di vomito post-sbornia… In questo climax come non pensare a discinte bellezze e barbuti figli dei fiori dediti al culto di "MARIA" tornati da noi a regalarci chimeriche promesse di mondi migliori... o a teneri indiani metropolitani scorrazzanti nelle praterie urbane pieni di ideali positivi.

In "Death Waltz" si va verso l'evocazione dei mitici Prochol… Che goduria! E mi si spezza il cuore!! 16 track 16 senza soluzione di continuità e senza cadute di tensione… 16 tracce che vi ridonano, come una piscina di acque miracolose e salutari, un bel pò di anni… Ma attenti, siamo al "RIGORMORTIS"… dopo il rutto d'ordinanza viene evocato quel puzzone scatarrante di Tom Waits in modo, sì verace , da sembrarne un clone… Ma anche le belle cose hanno un termine: si va verso l'apoteosi con "Beneath The Shround" che sfuma su un richiamo di un pezzo classico che non mi viene.. Ce l'ho sulla punta della lingua… ma non mi viene... qualcuno può aiutarmi?? Questo olandese vissuto, con la sua voce strascicata, ha talento e merita ragazzi!!... Un irregolare che ha custodito i suoni di un tempo che più mitico non si può… che riappare poco prima di andare in pensione, e che ha molto da dire coi suoi blues abborracciati, coi suoi accenni di jazz da osteria e che, con la sua voce sghemba e sbilenca vi rapirà, ne son certo...

Ancora non vi ho convinti??? Allora miro a un "target" più specifico… Avete mai posseduto una acustica Eko con le corde di metallo con cui provavate, frantumandovi polpastrelli e dita, a fare un riff di LaMiReMi… e le trecce di lei non si capiva più di che colore fossero… e la cantina buia si mutava in fossa biologica? Avete letto e vi piace BUKOWSCKI e trovate di essere ordinariamete un pò folli anche voi??? Bevete, fumate e avete altri vizi innominabili? Avete mai usato lo slang verbale: cioè, nella misura in cui… e siete mai risaliti, per motivi sintattici, a monte? Avete amato "ON THE ROAD" di Kerouac ? L'omologazione musicale vi da noia e ritenete che "campionatori et similia "siano venefici per la musica vera? Avete mai trombato con "A Whiter Shade Of Pale" in reapet? In confidenza, ed esulando un pò, se avete raggiunto la "petite mort" al nono ascolto, siete regolari… Per chi ha sperimentato questa gradevole eutanasia ad ascolti inferiori si preoccupi... Ma chi è venuto all'attacco d'organo si rivolga allo psicologo... Ebbè! La precocità in questo settore è un disvalore... Ma torniamo a noi: siete anarcoidi, anticonformisti; disprezzate le regole e vivete in un disordine putrescente? Allora questo disco fa per voi! Ma non ve ne fate un cruccio e non sentitevi deprezzati… Come sostiene il nostro amico FABER: "DAL LETAME NASCONO I FIORI"...

"SHADES OF DORIAN GRAY" come nel Wildiano racconto, vi prolunga o vi ridona giovinezza… è come una tela lesionata che celebra una perfezione infranta… E se dopo averlo comprato, l'ascolto non vi dovesse soddisfare, vi ricordo una ammonizione di un altro caro amico: "I poeti che brutte creature… ogni volta che parlano è una truffa" Ciao sorrisi di lontananze ignote!! Allora?? Cosa fate ancora costì?? Che aspettate!! Ci andate si o no ad "accattare" Danny Cohen?: di corsa!!!!

Don't let me down!! Mi raccomando!!

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