Ultimamente sono triste. Molto triste, cazzo. In questi mesi di assenza da Debaser, infatti, non ho avuto tempo e voglia di scrivere (a parte qualche definizione di artisti, qualcuna seria, qualche altra un po' meno). Inoltre, è in cantiere la terza stagione (dopo la conclusione della seconda) della serie tv "Rick & Morty", e non so in che diavolo infognarmi ora. Questo stato di agonia è poi precipitato in una sorta di depressione, quando qualche giorno fa la pagina Facebook "Fabio Fazio si incula da solo con un sofisticato sistema di specchi e leve" è stata violentemente e improvvisamente chiusa. CI PASSAVO I POMERIGGI, DIO SANTO. E siccome ho deciso di dare un periodo di tregua dall'alcol al mio fegato, l'unico modo che avevo per scaricare la tensione era ascoltare un po' di musica.
I Soilent Green? No, dai, il grindcore non è adatto a un momento tanto delicato. Aphex Twin? Serve essere andati al conservatorio per battere il tempo a una sua canzone. Jamiroquai? Già fatta indigestione nei mesi scorsi. Aspetta, ma deadmau5? Non aveva fatto quel mini album, un paio di anni fa, in cui suonava solo il pianoforte? Come si chiamava? Oh, sì, "7". L'avevo ascoltato distrattamente, va' che lo riprendo in mano.
Collego il telefono alle casse del mio stereo e faccio partire le tracce. Le note maestose e pesanti di "Acedia" aprono in maniera solenne ma in qualche modo delicata questo inusuale EP, in cui il produttore canadese si distacca decisamente nello stile dai suoi lavori precedenti (e, parzialmente, dalla sua successiva "while(1<2)", in cui sono incluse sei delle sette tracce di questo "7"). I beat elettronici sono ora sostituiti dalle soavi note del pianoforte, e la house lascia spazio a un approccio più classico e minimalista verso la musica, a cui l'eclettico Zimmerman si adatta egregiamente. L'atmosfera creata dal lento suono del pianoforte si dirama sinuosamente lungo quello che non pare esagerato definire un "iter", un viaggio vero e proprio, seppur breve. 17 minuti in cui si esplorano le camere più oscure della mente umana, ogni suo peccato. Perché, si sa, ognuno è peccatore. 17 minuti in cui vengono riesumati ricordi che sarebbero dovuti rimanere vita natural durante nel subconscio.
Non mi sento, personalmente, di consigliarvi una traccia sulle altre, visto che, come in un cammino, saltare le tappe può risultare dannoso, anche se devo ammettere di aver adorato su tutte "Gula", visto che probabilmente la gola è il peccato capitale in cui mi identifico di più. Ritagliatevi quel quarto d'ora di tempo per darci un ascolto. Chiudetevi in camera, in bagno, in cantina, dove cazzo volete. Ci sarà sicuramente almeno una traccia che vi farà venire gli occhi lucidi, che darà un senso a quei miseri 17 minuti d'esistenza, che vi farà mandare a fanculo il mondo.
Non è ironico come un topo morto dia più lezioni di vita di quello stronzo di Topolino?
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