Sono ormai quasi 20 anni che Douglas P. e i Death In June non ne azzeccavano più una: per cui, quando ho saputo che usciva un nuovo disco della Morte in Giugno la prima reazione che ho avuto è stata quasi di disinteresse. Non mi aspettavo nulla: ormai le delusioni erano state troppe, a partire dal deludente e abboracciato “All Pigs Must Die” del 2001, un disco che presentava una seconda facciata sperimentale francamente senza senso e piatta. The Rule Of Thirds del 2008 ci presentava invece un Douglas P. senza molta ispirazione, da solo con la sua chitarra, con un suono sempre più scarno e, a tratti, noioso ma il disco non è da buttare e conteneva qualche bella canzone nel suo stile. In Peaceful Snow del 2010 c’era stata la novità di introdurre il pianoforte ma, alla fine, il tutto suonava un po’ soporifero. Peggio riusciva a fare The Snow Bunker Tapes del 2013 che presentava le canzoni di Peacuful Snow in versione acustica: un lavoro di una piattezza disarmante. Così è stata grande la sorpresa quando ho ascoltato il nuovo Essence!: finalmente la produzione è migliore, ritorna il basso, c’è una chitarra elettrica distorta e anche elementi elettronici. Ma, soprattutto, è tornata una certa atmosfera lugubre che non sentivo dai tempi di Brown Book. Anche se devo dire che, nel complesso, il disco mi ricorda molto Rose Clouds Of Holocaust: la seconda traccia “God A Pale Curse” sembra quasi un’outtake di quel disco. Forse non raggiungiamo i livelli dei dischi migliori ma, in alcuni momento, non ne siamo neanche così lontani. Brani come la ballata tipicamente “The Trigger”, la splendida “The Humble Brag” che cita certe sonorità western ascoltatte solo in Nada!, la cupa e malata “Snipers Of The Maidan”, la piacevole “No Belief” o la conclusiva, elettronica ed oscura “My Florida Dawn” ci riconsegnano un Douglas P. in grande forma. Credo che qualcuno storcerà il naso e, stufo della piega presa dai Death In June, neanche prenderà in considerazione questo lavoro. Sinceramente potrei anche capirlo ma credo che questo Essence! meriti senz’altro almeno un ascolto. Non so se questo disco rappresenti una sorta di “nuova vita artistica” per il nostro, però è indubbiamente un segnale incoraggiante. Forse deve aver capito che qualcosa non stava funzionando e ha corretto il tiro. Se avete amato Rose Clouds Of Holocaust e But, What Ends When The Symbols Shatter? troverete pane per i vostri denti. Disponibile su Bandcamp: https://deathinjune.bandcamp.com/album/essence.
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