E' l'esordio della band albionica, dopo due promettenti demo.

Si formano nei neonati anni novanta, seguendo di pari passo il percorso musicale di Cathedral, Bolt Thrower e My Dying Bride.

Ma avranno vita breve, brevissima. Un album sulla lunga distanza, "Hope Finally Died", a cui fa seguito l'immediata fine.

Una promessa del Death - Doom europeo che è svanita nel nulla. Un nulla mortuario, tenebroso come la musica che si può ascoltare nei due brani dell'EP The Funeral Obsession.

Pesantezza ossessiva, ripugnante tipicamente Doomy e un'aggressione sregolata, strozzante di scuola Death Metal.

Giovanissimi guidati da una solida sei corde. Voce ringhiosa, con un growl saturo, malato, profondissimo.

Lugubre la sezione ritmica che va ad imbastire un magma catacombale.

Due soli brani; gli oltre sei minuti di "At the Rest" dove domina la chitarra mai ferma di James Ogawa. Riff ragionati, a tratti dal sapore decadente e romantico. Passaggi più contorti al rallentatore, che mi rimandano per forza ai già citati Cathedral nella loro primigenia fase, quella più Doom e di esasperante lentezza.

La successiva "Spawn of Maternal Cadaver" vira brutalmente verso territori Death Metal; velocità di esecuzione pazzesca, balorda, prossima al mortale deragliamento. Frenesia incontrollata che d'improvviso si quieta, si interrompe. Una quiete di breve durata, per riprendersi, respirare profondamente e ripartire a tutta seminando cieco terrore uditivo.

Retro copertina grottesca e ripugnante ma che ben asseconda la musica (de)composta: i volti di cera dei quattro membri della band che si sfaldano, si decompongono, si sciolgono. Una geniale e rivoltante trovata.

Diabolos Rising 666.

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