Lasciare una band per formarne un'altra che segua lo stesso sentiero musicale della precedente può rivelarsi fatale per la carriera di un musicista, o, al contrario, aiutarlo ad esprimere al meglio il proprio ego e decretarne il definitivo successo. Cosa accadrà ai Delain, progetto di Martijn Westerholt, ex tastierista dei Within Temptation, dopo la pubblicazione del debutto "Lucidity", edito nel 2006 da Roadrunner Records, rimane tuttavia un'incognita, almeno per chi scrive.

La musica proposta è un insieme di tutte quelle caratteristiche che hanno reso famosi molti gruppi nell'ultimo decennio musicale, rimescolate però (a volte) in maniera più che convincente. Westerholt suggella episodi sinfonici che denotano gran classe ma anche virtuosismi fin troppo ridondanti in questo contesto. Solitario e fantasioso dietro alla sua tastiera dunque, ma affiancato al microfono dal talento Charlotte Wessels (alla quale cede spesso e volentieri il timone) e, per l'occasione, da numerosi ospiti che qua e là hanno prestato la propria voce o il proprio strumento, tra i quali spiccano Sharon Den Adel (Within Temptation), Liv Kristine (Leaves' Eyes), Marco Hietala (Nightwish) e Ad Sluijter (Epica).

Di presupposti per creare un album derivativo e manieristico ce ne sono in abbondanza, ma il cd parte alla grande con "Sever", bellissima cavalcata sinfonico-operistica dove a magniloquenti orchestrazioni cinematografiche e sommi refrain corali fanno da contraltare enfatiche e ruvide chitarre che non disdegnano nemmeno spunti solistici (piccola indiscrezione: pare che questa sia la direzione che gli stessi Within Temptation abbiano deciso di prendere, data la carenza di idee dal punto di vista ritmico e chitarristico nella quale erano inceppati con "The silent force"). E, se "Frozen" è un riuscito episodio tra pop (per la voce e le melodie accattivanti) e metal con ottimi spunti sinfonici, "Silhouette of a dancer" presenta alcuni elementi gotici (come l'uso del growl, che si rivela meno banale e scontato di quanto si possa pensare) e forti legami con la musica classica. Ed è solo con le proprie mani che i Delain sono riusciti a creare brani di questo calibro.

Allora per quale motivo il voto si sofferma ad una misera sufficienza? Semplice: il resto della tracklist mostra un'ispirazione vacillante ed una grande incapacità nel saper convogliare gli elementi del proprio sound verso lidi che non conducano l'ascoltatore ad un'irritante sensazione di dejà-vu. Scade così nel banale un episodio come "No compliance", per la quale presta la propria voce (oltre al disastroso Hietala) la dolce Sharon Den Adel. Ed è un peccato che quel breve duetto tra piano e violino nell'intermezzo abbia dovuto sacrificarsi per una banalissima canzone che deve moltissimo a band quali (guarda caso) Nightwish e Leaves' Eyes. Leggermente migliore è "See me in shadow", zuccherosa e pacata ballad (fin troppo per i miei gusti) che presenta un riuscito duetto tra le tonalità medio-alte della padrona di casa Wessels e quelle altisonanti di Liv Kristine. Che sia l'ancora di salvezza per questo "Lucidity" che tanto stupisce nelle tracce d'apertura? Mi piacerebbe poterlo affermare, ma la realtà e i sogni, si sa, sono entità ben distinte. Non sprecherò ulteriori parole per i brani restanti, sappiate soltanto che l'ascolto diventa noioso anche a causa di alcune accelerazioni power come in "Day for ghosts" che sono veramente forzate e fuori luogo. Un pezzo in particolare, "The gathering", rasenta il ridicolo per musica e liriche, ma soprattutto per linee vocali (indovinate un po' quale degli ospiti interviene a rovinare il tutto). Un consiglio: lasciamo Marco Hietala ai Nightwish, nei quali è libero di interpretate parti aggressive sicuramente più congeniali alle sue corde vocali, e lasciamo esprimere la brava Charlotte, che meglio si adatta alla musica dei Delain.

Sperando che in futuro, il signor Westerholt sappia calibrare al meglio gli abusati elementi di questo tipo di metal per creare canzoni che non odorino di stantio, ma che siano fresche e convincenti (magari proseguendo il discorso intrapreso in apertura), torno ad ascoltarmi le band che hanno fatto scuola in questo campo senza dover saccheggiare le idee altrui.

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