Viviamo tutti galleggiando su un oceano.

Sin dall’inizio, da quando veniamo al mondo da un posto senza nome e senza memoria.

C’è chi lo vede e ogni tanto sogna di immergervisi, per respirare un anticipo di infinito.

Per poi risalire a galla a respirare la luce del sole.

C’è chi non lo vede affatto, c’è chi ne è terrorizzato.

C’è chi lo vede davvero nella forma reale di un immensa massa fluttuante di acqua salata, fra due continenti.

C’è chi lo cerca, l’infinito, sopra le sue onde impetuose, su una tavola da surf.

L’unico vero beach boy, come racconta la storia.

Quello che piaceva alle donne, quello delle amicizie sbagliate e pericolose.

Quello che di Brian non aveva forse il genio ma sicuramente la sensibilità e l’inquietudine, e, grazie a queste, anche se in numero minore, canzoni splendide regalate al gruppo.

C’è chi a quell’oceano, un giorno, tuffandosi da una barca, voleva solo fare una ulteriore carezza d’amore e che da quell’oceano non riesce più a tornare, perché l’oceano lo ha riconosciuto troppo presto come fatto della sua stessa sostanza.

Dennis Wilson è stato quell’uomo.

Questo il suo primo e ultimo album in vita, gelido e meravigliosamente blu come l’abbraccio dell’oceano pacifico che, un giorno, non lo ha più lasciato andare.

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