Si sa che i Descendents amassero "bighellonare", ne hanno fatto un loro stile cazzeggiando prendendosi per il culo da soli. Premettendo che mi piacciono i lavori presi un po' alla leggera questo album non riesce proprio ad appassionarmi. Forse a causa di passati cambiamenti di formazione, forse perché presi dalla smania di variare un po' gli stereotipi dell'hardcore melodico del momento, i Descendents (gruppo che stimo tra l'altro) incidono questo disco che fa un po' cagare... La copertina in un certo modo lo faceva intendere.
Cominciando con un impostazione quasi punk-jazz (scusate se mi sono permesso di dare questo aggettivo), il disco continua toccando così tanti tasti da diventare difficile da digerire. Fiacco e lentino fatta eccezione di pochi brani come "Hurtin' Crue", per il resto sento una buona dose di idee composte in maniera frettolosa, l'intero album suona e finisce senza "stuzzicarmi un dente".
"Wendy" è carina ma un po' troppo dolce per i miei gusti, "Sour Grapes"e "Green" riescono ad attirare l'attenzione ma è già roba sentita e risentita, non ci siamo. Posso solo parlare bene di "80's Girls" song con una bella atmosfera, senza esagerare credo che sia la più bella traccia del disco.
Si percepisce uno stile molto più alla All che alla Descendents, brani dai ritmi assurdi, partiture schizzate e pregne di scatti di chitarra furiosi, veloci ed imprevedibili, con questo posso tranquillamente dire che a me piacevano di più alle origini quando da adolescenti ingenui e disadattati cercavano meno finezze e trasmettevano di più.
L'attrazione principale del disco è il retro, dove invece di riportare i nomi delle tracce del lato A e del lato B troviamo scritti nomignoli da "cesso". A buoni intenditore poche parole, lasciate perdere questo album.
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