Hugo Race, Chris Eckman e Chris Brokaw (che ha abbandonato il progetto Dirtmusic nel 2010) nel 2008 furono letteralmente folgorati dal Festival au Désert di Timbuktu, una esperienza che li condusse fino a Bamako e collaborare nel tempo con artisti locali e nomi tra gli come quelli di Tamikrest, Ben Zabo e Samba Touré. Il progetto è andato avanti anche dopo il colpo di stato in Mali nel 2012 e si è arricchiato di nuovi significati e di nuove sonorità. Si sono allo stesso modo ampliati anche gli orizzonti geografici. L'ultimo album in uscita il prossimo 26 gennaio e intitolato "Bu Bir Ruya" ("come in un sogno") è stato infatti registrato nei sobborghi di Istanbul con il musicista visionario turco Murat Ertel dei Baba Zula e la collaborazione di Umit Adakale.
Proprio Murat Ertel e le sue visioni allucinate, marchio di fabbrica del sound dei Baba Zula, così come il suono caratteristico del suo saz (detto volgarmente "chitarra saracena") sono al centro di questo lavoro carico di inquietudini e di contenuti di tipo politico in un momento storico contraddittorio e difficile per tutto il bacino del Mediterraneo e dove Istanbul costituisce storicamente uno dei centri più conflittuali, ma allo stesso tempo un luogo senza tempo e le cui atmosfere sono fonte di ispirazione.
La prima traccia, "Bi de sen soyle", mostra subito quali sono gli elementi tipici di questo disco: percussioni tribali ripetitive e ipnotiche, il suono del saz, groove vorticosi di basso, fiammate di chitarre elettrificate, i vocalismi blues oscuri di Hugo e Chris e il recital mantra di Murat, mentre in sottofondo imperversano le urla fiere degli antichi guerrieri dell'Impero Moghul e suggestioni drone. "The Border Crossing", caratterizzata da un sound carico di eco e riverberi e atmosfere desertiche, il rock-blues di "Go The Distance", "Safety In Numbers" ripropongono sostanzialmente lo stesso sound, una specie di afro-beat dalle caratteristiche psichedelico-ossessive. I momenti più interessanti sono tuttavia quelli "inediti": le suggestioni cinematiche di "Love Is A Foreign Country", interpretata dalla meravigliosa voce di Gaye Su Akyol; il sound dub, di "Outrage" e le atmosfere meditative di "Bur Bir Ruya", queste ultime due realizzate con la collaborazione di Gorkem Sen e del suo "yaybahar", uno strumento acustico messo a punto dallo stesso Sen e che emette un suono suo peculiare trasmettendo le vibrazioni delle corde a percussioni simili a tamburi tramite delle molle a spirale.
Murat Ertel e l'aria del Bosforo hanno ridato nuova linfa a uno dei progetti più interessanti degli ultimi anni e che attraversato il Mare Mediterraneo continua la ricerca delle origini di quel genere musicale che chiamiamo "blues", qualche cosa che ci portiamo dentro sin dalla notte dei tempi.
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