Cosa succede quando un duo di sperimentatori, radicali, geniali e rivoluzionari, fa un disco in compagnia di un terrorista del rumore (membro di un altrettanto terrorista collettivo industrial-experimental) e un folle rumorista venezuelano noto per le sue complesse lobotomie elettronico-psicopatiche, piazzandolo su di un'etichetta che produce tutto meno che musica convenzionale? Succede che viene fuori un disco del calibro di "GaijinCD4" (Vinyl Communications, 1997), sotto molti punti di vista tra le cose più belle che siano mai arrivate all'orecchio degli umani.

Matmos, Kid606 e Jay Lesser è il team che confeziona questa Capolavoro, un disco che evidenzia il suono della sperimentazione, che da concetto astratto prende dimensioni adesso più fisiche che mai, sfoggiando inoltre una brillante tesi che vede i quattro manipolatori alle prese con la dimostrazione dell'altrettanto astratto - e spesso mal interpretato - concetto di Genio. Un parto unico nel macromondo musicale, ricco com'è di classificazioni e standard predefiniti. Unico proprio perchè assolutamente fuori da essi, nonchè nemmeno lontanamente simile a qualcosa di già esistente. Proveremo adesso ad addentrarci brevemente su quest'ultimo concetto, limitandoci a tre esempi globali, tre poli che possono anche andare a braccetto, ma che rimangono a grandi linee tre poli ben distinti, ovvero: Musica. Rumore. Sperimentazione.

Quando ascoltiamo i Dream Theater, aldilà di generi e classificazioni, possiamo affermare di ascoltare della buona musica, magari alle volte abbastanza fine a se stessa, ma suonata come si deve, bella a sentirsi e basata sui più classici standard melodici. Quando spariamo Merzbow ci stiamo trapanando le orecchie con quello che potremmo identificare come del sano noise, del tutto ruotante, almeno formalmente, attorno al rumore puro (non importa se lo spettro emotivo puo talvolta essere più ampio dell'opposto melodico, è importante concentrarci solo e soltanto sul lato puramente estetico). Quando ascoltiamo un opera sperimentale stiamo di fatto ascoltando un opera 'sperimentale' (basata quindi sull'elemento nonconvenzionale, l'innovazione, la creatività etc.), che si presuppone sfuggire, in modo più o meno riuscito, da elementi prestabiliti (nel nostro caso note/rumore) ma che, nella maggiorparte dei casi, ha però una magari anche lontana (ma presente) radice (idm, industrial, glitch, rock, jazz e via dicendo...).

Quando ascoltiamo "GaijinCD4" stiamo semplicemente ascoltando "GaijinCD4": il suono che giunge alle nostre orecchie non è infatti identificabile, nè etichettabile o tantomeno percebile come qualcosa che abbia a che fare con quella che comunemente è nota come 'musica' (sia essa composta da note e armonie, sia da rumori e Suoni elettronici). Ciò che il nostro cervello acquisisce nel momento in cui esso suona è il prendere atto che questi quattro folli stanno di fatto facendo musica senza fare musica, ricorrendo al rumore senza far rumore, generando flussi più o meno rumoristici che affondono le radici su controflussi musicali in un alchimia volta all'accoppiamento, e poi annullamento, degli stessi. E' astrazione al suo meglio.

I Matmos li conosciamo bene, hanno creato alcuni tra i brani elettronici più sperimentali di sempre: mostri del cosiddetto DigitalSoundProcessing di estrazione chiaramente 'concreta' (campionanando da ogni genere di fonte 'concreta' immaginabile, da ossa a denti, dal respiro di pazienti ricoverati al sangue delle arterie, dai topi in trappola agli strumenti per chirurghi) i due sono maestri della tecnologia digitale più avanzata e capostipiti di quella mai troppo celebrata scena laptoptronica che alberga in quel di San Francisco; allo stesso tempo sono stati capaci di riscrivere il post-rock verso una forma nuova e lungimirante, che evidenzia l'importanza del 'Post', l'allontanamento dal modello spiderland e il contaminamento con terze (e quarte, e quinte...) forme artistiche/musicali. Il tutto suonando quasi sempre molto originali e, requisito n.1 per meritarsi l'etichetta di pesanti sperimentatori, non classificabili.

Kid606 è la spalla naturale se parliamo di suonare originali: questo artista venezuelano è infatti noto per un approccio all'elettronica che fa della tecnica, del senso di massacro e nonsense, di breaks non convenzionali e di una costante ricerca nel suonare nel modo più delirante possibile le sue primarie virtù. Malato quasi quanto sua maestà Otto Von Retarded (anche se di gran lunga meno geniale), folle e dissacratore anche nei titoli, Kid606 non raggiunge le vette dei Matmos per quanto riguarda il fattore radicalità, ma ne tocca di altre che si insinuano più che altro all'interno di discorsi tecnici, innovativi, formali (basti pensare al pioneristico utilizzo di ambienti quali Audiomulch o Livecut in ambito breakcore/mashups, recentemente portato alle masse USA dall'ormai famosissimo Girl Talk).

Lesser non ha bisogno di presentazioni: oltre ad aver collaborato a tutti i dischi dei Matmos, ed aver concepito una roba del tutto fuori dal mondo quale il monumentale "Gearhound", basta ribadire che è una di quelle figure che ha ruotato attorno al collettivo Big City Orchestra, importante punto di riferimento per la sperimentazione underground più pura e incontaminata, quella via nastro.

E' quindi un team di tutto rispetto quello che confeziona questo doppio masterpiece (se creare masterpiece non è cosa per tutti ancora meno lo è crearlo tramite un doppio disco). Il CD 2 è geniale almeno quanto le intuizioni dadaistico-concettuali della leggendaria RRRecords: si tratta di un disco non funzionante, volto a far credere di includere contenuti multimediali (con tanto di targhette del tipo "html", "macromedia", "data cd" piazzate random), ma assolutamente inutilizzabile; uno spingersi oltre all'interno del range di sperimentazioni musicali, agglomerandone di altre artistiche più dada/espressioniste; il contenitore di musica/dati/video cosi come lo conosciamo (vinile, compact disc, cassetta, dvd, videocassetta..) che trascende la sua stessa natura di 'porta' per un qualsiasi contenuto astratto (multimediale in questo caso)' per rimpossessarsi di quella primordiale di comune oggetto fisico. Un concetto non dissimile da quello che andremo a sentire nel CD1, dove le non-barriere dell'astrazione audio-cerebrale vanno a braccetto con quelle reali (elemento concreto, toccabile con mano) tramite fonti primarie in CD audio graffiate, distrutte, amputate, rese irriconoscibili (un Markus Popp in botta praticamente), suoni e musica apparentemente senza alcun filo logico a delineare la pura espressione del Suono inteso come Suono e nient'altro; uno sfuggire persino dalle rivoluzionarie teorie di Schaffer per la quale la musica non è un insieme di note, bensì di suoni, creandone una nuova, che affianca le due teorie principali, e per la quale il suono è suono e nient'altro (cioè quello che percepiamo, nota o rumore), e non importa se proveniente da una terza fonte 'musicale', ovverosia dotata di note o accordi che si incancrenisce sino a diventare suono puro, senza alcun residuo di note o elementi cosiddetti 'melodici'.

La musica d'altra parte altro non è che un illusione, un concetto astratto, un percuotere corde o tasti, che solo per le occidentali teorie di non si sa nemmeno chi prendono nomi e forme di musica. E' opera di proselitismo quella che sentiamo su "GaijiinCD4", personaggi che ti bussano alla porta del cervello con l'intento di diffondere la religione del Suono; un invito a sperimentare, a sfuggire da tutte quelle che sono le altrettanto deliranti regole Scritte (armonie, note, scale, accordi etc.), nonchè dalla sempre stucchevole posa accademica di correnti sperimentali storiche quali concretismi, minimalismi, post-modernirsmi o altre più recenti e intellettualoidi quali microwave, lowercase, sound art, algoritmica generativa. Qui si tratta il Suono in quello che è il suo reale significato. Nulla più.. niente spartiti, niente strani simboli di chiavi e pallini, niente patch di max/msp per mancati scienziati.

Un invito che possiamo percepire dall'opera di distruzione svolta su una delle poche riconoscibili fonti originali, "Love Will Tear Us Apart" dei Joy Division, probabilmente ad opera di Kid606, non nuovo a queste riscritture, che diventa nient'altro che rumore. Ma un rumore bellissimo, da tramandare ai posteri, da storia della musica.. dove la voce indiscutibilmente favolosa di Ian Curtis si tramuta da Voce a Suono. Un suono fantastico, mentre le 'note' di chitarra e i ritmi di batteria, private della loro melodicità, si mostrano adesso chiare per quello che in realtà sono: suoni. Suoni prodotti da un aggeggio fisico, dal battere delle bacchette o il pizzicare delle corde, ovvero la forma di suono più antica conosciuta, il percuotere.

"GaijinCD4", oltre a sorpassare i non-limiti mai troppo raggiunti che il binomio suono/musica offre, ed essere un autentico inno al Suono, è di fatto anche IL manifesto del glitch: il vero glitch, al secolo bug/errore; niente robe melodiche riempite di casse e riff piacioni, niente jappo-sinusoidi, ma solo errori reali, generati dallo stupro tramite tecniche avanzate dell'oggetto comunemente noto come Compact Disc (o delle sue forme d'onda).

Un capolavoro di inenarrabili proporzioni

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