I Drahdiwaberl sono un gruppo pop-rock parecchio anarchico formatosi a Vienna nel 1969. Suo spirito guida: Stefan Weber, ovvero l'omone Bialetti al quale, nel ritratto di copertina, spunta uno squalo in bocca... Secondo Markus Spiegel, responsabile della GIG records che pubblicò il lavoro nel 1980, "Psychoterror" è il masterpiece di Weber... E se lo dice lui... Oh, vi prego non chiedetemi i nomi degli altri componenti di questa band; li ho cercati come un matto in giro per la rete senza trovare nulla... Beh, a dire il vero, un nome l'ho trovato. Quello del bassista: Hans Hölzel, un ragazzo che farà della strada, prima di morire in un incidente stradale nella repubblica domenicana, il 6 Febbraio 1998...
Degli spettacoli dei Drahdiwaberl si dicono mirabilie. Erano un caos terrificante. Le canzoni erano regolarmente provate e riprovate e quindi ottimamente eseguite... Per altro, mica male questi musicisti.... Il resto veniva lasciato all'improvvisazione distruttiva di ogni singolo elemento del gruppo e del pubblico. Insomma mentre i Drahd suonavano, volava di tutto: Birra, torte, reggiseni, pinne, maschere, ecc... Frequente la pratica dello "stage diving". Intanto si faceva parecchio cabaret a sfondo politico... Questi spettacoli erano così violenti che Hans Hölzel, ragazzo a modo, profumato e ben vestito, per proteggere i suoi abiti firmati, s'era fatto una specie di soprabito di plastica trasparente... Era anche l'unico del gruppo che voleva essere regolarmente pagato... "Decisamente fuori contesto" pensava Stefan Weber del piccolo Hans...
Ma è di un disco che si deve parlare in questa sede e allora parliamone: Psychoterror si apre con "Boring Old Fart" brano hard rock heavy punk cantato in maniera inqualificabile... Bello lo stop sull'inciso con ripetizione ossessiva del titolo. Ottimo, questo brano, quando si ha un diavolo per capello. "Grosstadtdschungel" è un brano pop caratterizzato da un piano fender ostinato in sottofondo che a me ricorda certe cose dei Supertramp. Il recitato cantilenante proietta però tale canzone in un universo freak sconosciuto alla band di Roger Hodgson. Ospite inattesa, una tromba con sordina dona all'ascoltatore un piacevole intermezzo jazz fusion...
"Ganz Wien" è il pezzo forte anzi fortissimo del disco... Scritto e cantato dall'Hölzel, ricorda da vicino il "cool pop" che renderà lo stesso Hölzel celebre in tutto il mondo, una volta lasciati 'sti casinisti e intrapresa la carriera solista. Il testo racconta le comuni esperienze che un ragazzo di provincia è portato a fare dopo aver lasciato il certo per l'incerto, recandosi nella metropoli tentacolare: ovvero droga (Kokain und Kodein, Heroin und Mozambin...), sesso facile, violenza urbana e altre amenità... Proibitissimo dalle radio locali, "Ganz Wien" divenne l'inno new wave dell'underground viennese... Davvero ottimo poi il rockettone "Dog Shit Miller", che ricorda lo Zappa più rocchenrolle, quello di "Broken Hearts are for assholes" per intenderci. Volete poi una bella ballatona strappalacrime? Detto fatto: "Mad Cat Sadie" fa al caso vostro... La title track chiude degnamente 'sto popò di registrazione: solito recitativo divertentissimo, almeno per chi lo capisce, e base prima pop rock, poi jazz rock, poi bandistico rock. Alla fine di questo brano il Weber manda tutti a nanna con una sigletta tipo "fine delle trasmissioni..."
I Drahdiwaberl non erano l'unico progetto in cui Hans Hölzel era coinvolto. Suonava pure negli Hallucination Company di un certo Wickerl Adam. La leggenda dice che una sera, prima di un concerto, Hans Hölzel si sia spianato i capelli col gel e, faccia a faccia, abbia detto all'Adam: "Senti Wickerl, stasera quando mi presenti, non dire: Hans Hölzel al Basso... dì: Falco Gottehrer al basso". In quel periodo in Austria, il nome di un saltatore con sci dal trampolino che aveva vinto coppe e medaglie d'oro in giro per i monti di tutto il mondo, tale Falko Weisspflog, era sulla bocca di tutti. Da lui Hans prese lo pseudonimo. Cambiò la "k" con una "c" perchè credeva che così tale nome fosse più vendibile sul mercato internazionale. Una sera successiva, stessa scena: Hans Hölzel, giacca e pantaloni di pelle nera, occhiali scuri, aria da duro dal cuore tenero, andò da Wickerl Adam e disse: "Senti Wickerl, stasera, quando mi presenti, non dire: Falco Gottehrer al basso, dì semplicemente Falco". Era nata una stella...
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