Ognuno ha i suoi problemi, ma c’è un limite a tutto…

Certo che se fossi stato io il figlio di Hugh Everett III, non la avrei presa per nulla bene.

Con tutte le infinite copie di me esistenti, con tutte le infinite ramificazioni dell’Universo, proprio in questa mi doveva capitare di vivere?

Poteva pensarla un po’ meglio questa teoria o almeno immaginare un trattamento di favore per la sua famiglia..

Non è facile assistere in sequenza alla morte di un padre, a diciannove anni, poi di una sorella (sucida), poi di una madre (di cancro), ed infine, ora, di un matrimonio..

Certo, ognuno ha i suoi problemi, tutti, chi più chi meno, abbiamo nascosta nel cassetto la faccia del pagliaccio in copertina, ma c’è un limite a tutto…

Per quanto mi riguarda è stato circa una settimana fa che mi sono accorto che, in questa ramificazione in cui la copia di Mr. E più perseguitata da Dio o dalla malasorte ha pubblicato “Earth to Dora”, il mio indice Rt aveva superato il livello di guardia…

Dopo circa nove mesi ho ripreso a correre.

E correndo ascolto musica, incluse le canzoni di questo ultimo album degli Eels.

Un album con un ritorno parziale a certe atmosfere, ricche di magica malinconia post-traumatica, di album come "Electro Shock Blues" o "Blinking Light and Other Revelations", ultimamente abbandonate a quanto pare .

Le ballate al carillion che hanno fatto la fortuna della colonna sonora di Shrek.

Due valzerini teneramente ingenue tipici prodotti di un cuore in frantumi (personalmente trovo incantevole “Who you say you are”)..

Un album che non lascia sicuramente a bocca aperta ma sincero e commovente, davvero gradevole da ascoltare, suonato molto bene e con qualche piccola novità.

La presenza ad esempio di un recitativo alla Johnny Cash, o di un sound vagamente spaghetti western in certi passaggi di "Are You Fucking Your Ex" o della title track .

Mi piace pensare che ci sia sotto sotto un omaggio al da poco scomparso Ennio Morricone, tanto amato anche negli Stati Uniti, anche se probabilmente non sarà così.

Io lo ascolto e penso al padre di Mr. E ed alla sua (astrusa?) "Interpretazione_a_molti_mondi".

Alle interferenze quantistiche che ci possono essere fra questi mondi, a mia figlia lontana, volontaria al fronte per voglia di indipendenza e ostinata dedizione allo studio universitario..

Avrebbe potuto in questi giorni essere a casa a seguire le lezioni online (come l’anno scorso) o stare in quella lontana città del profondo nord a seguirle in presenza, contornata da colleghi e se mai nuovi amici.

Ed invece alla fine, grazie a queste misteriose interferenze, oggi si trova nel profondo nord a seguirle on line chiusa in un buco di casa che non è la sua, lontana da tutti se non una sua compagna di reclusione testarda quanto lei..

Me la dovrei forse prendere pure io con il vecchio Everett e con tutti i teorici di questa maledetta meccanica quantistica (che da anni mi appassiona), ma non mi sembra il caso.

Mi consolo pensando che comunque, se il vecchio Everett ha ragione, in qualche diramazione dell'Universo in questo momento ci sarà una copia di me che parla con mia figlia e, mentre lei se mai le racconta delle nuove amicizie fatte in un'aula universitaria piena di gente, ascolta l’album più allegro composto da Mark Oliver Everett, felicemente sposato e desideroso di raccontare, dopo tante sventure, le gioie di un matrimonio perfettamente riuscito.

E se mai in quel mondo il covid non ci sarebbe mai entrato.

E allora saremmo tutti davvero felici, anche se con una canzone bella e sofferta come “I got hurt” in meno, che forse sarebbe un peccato.

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