Blue Öyster Cult: Spectres
CD Audio Non la voglio ★★★
Non è cosi male. In questo periodo i BOC avevano decisamente abbracciato un rock/pop-rock leggero e radiofonico, ma la buona vena per la melodia pop ce l'avevano sempre avuta e il disco è un lavoro dignitoso nel suo genere, molto piacevole da ascoltare anche solo in sottofondo. Rispetto al precedente non ha quelle due o tre canzoni che spiccano sulla media ma è quasi tutto sullo stesso livello di divertente canzone rock-pop. A me non dispiace, al netto di un paio di grosse cacate di gabbiano che non avrebbero affatto sfigurato in una chart del peggior pop del decennio successivo, precursori della merda insomma. Però è un disco carino.
Questo è proprio un gran bel live, i BOC rendono moltissimo dal vivo. Primo disco live della band, che "celebra" e chiude il loro periodo "aureo", quello dei primi tre dischi (soprattutto i due gran dischi del biennio '73-'74). Rispetto al sound in studio, ben più leggero, qui puntano molto più nettamente sull'Hard-Rock/Hard-Blues, con un sound ben più muscolare e aggressivo e con il tipico approccio dal vivo delle band rock anni '60-'70: brani dilatati (anche se in maniera piuttosto contenuta rispetto a molte altre rock-band dell'epoca) con improvvisazioni e modifiche rispetto alle versioni studio (come la versione fenomenale di "The Subhuman" che apre il disco o la splendida resa di "7 Screaming Diz-Busters") o altri pezzi che sono vere e proprie palestre di sfogo, libertà e improvvisazione, in questo caso di impronta soprattutto chitarristica (ma con spazio a volte anche per degli ottimi soli di Lanier) e Rock-Blues, nella strumentale "Buck's Boogie", in "ME 262" o nelle due cover finali, compresa una "Born to be Wild" che si trasfigura in marasma chitarristico di puro rock psichedelico. Anche "Last Days of May" è in una versione superiore alla già bella canzone presente sul primo disco (una delle migliori di quel debutto) e "Hot Rails Hell" spacca sempre culi a manetta. Dispiace per l'esclusione di brani eccellenti come "Astronomy" "Flaming Telepaths" o "O.D.'d on Life Itself" però il disco è comunque davvero molto fico.
Disco ultra-underground del sottobosco folk/folk-rock americano degli anni '60, formato dal duo di Baltimora, Ben Syfu/George Friggs (e chi cazzo sono ? Boh, solo questo hanno fatto). Nulla che spicchi particolarmente per qualità e personalità, o per originalità, rispetto al vasto panorama folk/folk-rock di quel 1968, ma ha belle canzoni ed è un disco più che valido a mio parere. I due pezzi che mi hanno colpito di più sono "Son of Kong" e "Sundown Stick" perché, fra tutte, sono quelle dove si nota di più il debito al Buckley goodbyeandhelliano, quello più "groovy" e ritmato, per capirci, con un richiamo anche vocale del cantante che a me sembra abbastanza evidente. Una chicca è "Devil & The Aces of Spades" folk-ballad impreziosita nell'arrangiamento da belle pennellate di sax che rendono tutto più notturno, bluesy e atmosferico, forse è la canzone migliore del pacchetto. Anche "Time is Money" sarebbe un gran bel rock-soulfully ma è penalizzata dalla pessima qualità di registrazione. Per il resto, qualche vocetta e rumorino psichedelico standard, un blues sciapetto ("Down Child") un bel pezzo di folk americano più ruspante ("Alligator Man") e infine tre canzoni di quel folk acustico e dalla melodia delicata, intima e malinconica, sintetizzabile nell'opening "Little David", ricollegabile tanto al folk americano di questo tipo sia in parte alle melodie del folk barocco britannico. Bel disco.
  • adrmb
    20 dic 22
    Questo comunque dalla descrizione mi dava più le vibes di tre stelline 👽
  • hjhhjij
    20 dic 22
    In realtà sarebbe il classico 3,5. Ma le canzoni sono buone, è solo schiforegistrato, per questo ho arrotondato generosamente.
Bob Dylan: The Times They Are A-Changin'
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Il suo migliore del periodo '62-'64 (fino a "Another Side" in pratica). Disco bellissimo, testi al vetriolo, ispiratissimi, voce raspante e sgraziata come non mai e una manciata di brani capolavoro indimenticabili (title-track, Only a Pawn in Their Game, With God on our Side, Ballad of Hollis Brown e così via).
  • piro
    11 gen 15
    Dopo averlo ascoltato e riascoltato in quest'ultimo periodo ti do proprio ragione. Se la gioca con Frewheelin', mi sa.
Bob Dylan: Another Side Of Bob Dylan
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Bob Dylan: Bringing It All Back Home
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Bob Dylan : The Freewheelin' Bob Dylan
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Bob Dylan: Blonde On Blonde
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Altro capolavoro assoluto, probabilmente il migliore dopo Highway. Tra Visions of Johanna e Sad-Eyed Lady è dura scegliere il capolavoro del disco. Doppio di monumentale bellezza.
Bob Dylan: Highway 61 Revisited
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Il suo capolavoro. Disco immortale, praticamente perfetto, pietra miliare del Rock e del Cantautorato. E poi c'è "Desolation Row".
  • fuggitivo
    18 apr 15
    Dissento. 3 parole... Blonde on Blonde.
  • hjhhjij
    18 apr 15
    Anche quello è un gran capolavoro.
  • tonysoprano
    8 giu 16
    Che tra l'altro Desolation Row è la mia canzone preferita di Bob Dylan
Bob Dylan: Pat Garrett & Billy The Kid
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Una splendida colonna sonora. Il tema iniziale e quello finale sono capolavori e poi c'è la splendida e celeberrima Knockin; il resto è una spanna buona sotto ma comunque di buon livello (vedi Billy 1).
Bob Dylan: Time Out Of Mind
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Bob Dylan: Desire
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Boston: Boston
CD Audio Ce l'ho
L'unico che conosco dei Boston, trascinato dalla celeberrima "More Than a Feeling". Il disco è bello anche se le sonorità e lo stile sono decisamente lontani dall'essere tra quelli che preferisco e finiscono per stufarmi inesorabilmente dopo pochi ascolti. Bel disco dunque, però sento che con i Boston sono a posto così.
  • dsalva
    20 mag 18
    prova anche con "don't look back", il successivo, gran disco anche questo.
  • hjhhjij
    20 mag 18
    Il problema è che questo stile, questi suoni, queste canzoni mi stancano molto presto. Per quanto validi possano obbiettivamente essere questi lavori non sono proprio la mia tazza da thè, questo lo ascolto con piacere 2-3 volte e poi però rimane lì, inutilizzato. Difficilmente troverei stimoli per ascoltare un successivo disco sugli stessi binari.
  • dsalva
    20 mag 18
    che ti devo dire...in gioventù li ho amati molto, un rock tiratissimo ma anche molto leggero, incentrato sulla chitarra di Sholz dicono un precisino mica da ridere, ma effettivamente godibili sul momento e dai quali ti rimane il giusto. Comunque anche "third stage" non è male.
  • hjhhjij
    20 mag 18
    Sholtz è indubbiamente un chitarrista e un musicista capace, il problema però di questo tipo di musica è proprio la sua certosina pulizia anche quando è "tirata", oppure quella sua "grandiosità sonora" decisamente patinata e alla lunga stucchevole anche se indubbiamente coinvolgente e qualche volta divertente ai primi ascolti. Non è un tipo di musica che mi trasmette molte emozioni anche se è senza dubbio buona musica. Impressioni molto soggettive.
  • Ho le mie idee sui Boston.
    Definisco la loro musica "architettonica": per apprezzarli è necessario mettere in secondo piano il fatto che i giri di chitarra siano sempre gli stessi, i testi banalissimi, le (poche) deviazioni verso il progressive pacchiane e primitive. Il talento sta in tre cose:
    La prima è l'arrangiamento dei brani, a piani multipli di chitarre elettriche e acustiche che hanno la squisitezza e la facoltà d'incastro proprio dell'opera architettonica.
    La seconda è il suono bombastico della chitarra solista, prezioso non già nell'attacco, bensì nel rilascio, nell'inviluppo; non è facile da spiegare se non lo si è provato con mano... le armoniche generate dai distorsori dell'ingegner Scholz generano una particolare ricchezza ed appagamento acustico, e fisico.
    La terza è la voce del povero Brad Delp. Così angelicamente alta da "bucare" il mix, pur senza andare di potenza, restando pulita e celestiale anche nei passaggi più estremi. Solo Jon Anderson degli Yes come lui, ma quest'ultimo con un feeling più freddo e nordico.
    Voglio segnalare le grandi, per me grandissime canzoni dei Boston: dal primo e in ordine di preferenza "Long Time", "Hitch a Ride", ""Smokin" e solo ora "More than a Feeling"; dal secondo "A Man I'll Never Be", "Don't Look Back" e "It's Easy". Dal terzo "Amanda", "My Destination" e "Holyann", dal quarto "Livin' for You".
    Ultima cosa: il quinto e il sesto album, usciti rispettivamente nel 2002 e nel 2013, sono orrendi e mi sento male al pensiero di quanto lo siano.
  • dsalva
    21 mag 18
    Direi che Ella la sa lunga....impallidisco davanti alla sua perfetta disamina
  • hjhhjij
    22 mag 18
    I tuoi commenti da un punto di vista più tecnico mi fanno piacere, anche se ahimè la perizia della band (hai colto due cose indubbiamente apprezzabili anche per me come le alternanze chitarre acustiche-elettriche e il suono della chitarra di Scholz) era da me già riconosciuta sia chiaro, ma proprio non riesco a sposarmi con questo tipo di musica e di suono. "More Than a Feeling" e "Long Time" due grandi pezzi comunque.
  • hellraiser
    22 mag 18
    I primi due consumati ai tempi ma mai più presi in mano. Sarà che ormai li conosco a memoria da anni. Mi piacciono molto
Brand X: Unorthodox Behaviour
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Brand X: Moroccan Roll
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Di tutto, di più e oltre. Oltre si legge "Third Uncle". Dopo quelle di "On Some Faraway Beach" nel disco precedente altre sensazioni indefinibili qui con la title-track e l'incredibile melodia di "The Fat Lady of Limbourg". Da incorniciare la voce e la partecipazione di Robert Wyatt su "Put a Straw Under Baby". Disco ovviamente avanti anni luce, precursore di tanta roba.
  • Carlos
    27 dic 15
    Qualcosa che per una volta Battlegods farebbe bene a citare come influenza per un disco da lui recensito.
  • hjhhjij
    27 dic 15
    Andrebbe sul sicuro questo è certo.
  • bluesboy94
    28 dic 15
    Che cosa unica "Third Uncle"! E' giunta l'ora in cui cominci ad ascoltare Eno.
Brian Eno: Here Come the Warm Jets
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
"Bebi's On Faaiiaaaaaa", Robert Fripp... e l'indefinibile atmosfera di "On Some Faraway Beach". Perfezione.
  • piro
    29 apr 15
    Ohhhhhhhhhwoooooooooottttttttaaatat atati'llbethere, Drivin' Me Backwaaaaaaaaaaardss! (scusa, mi è scappato)
  • hjhhjij
    29 apr 15
    Spettacolare quel pezzo, le robe che fanno Eno e Fripp sono meravigliose.
  • hjhhjij
    29 apr 15
    No ma "Dead Finks Don't Talk", ne vogliamo parlare ?
  • fuggitivo
    29 apr 15
    Rivalutato col tempo. Ieri volevo riascoltarlo ma sto rifacendo la camera ed è un casino (tra l'altro è rispuntato fuori Pawn Hearts), giusto per dare un giudizio. Tra le preferite un tempo c'era Paw Paw Negro Blowtorch, giusto per quelle cazzatine di tastiera... e da tempo devo comprare gli "acquerelli ambient" di Eno.
  • fuggitivo
    29 apr 15
    Rivalutato in peggio ovviamente. Quando ancora consultavo Allmusic su Wikipedia gli davano 5 stelle ed ero tutto convinto, lol.
  • hjhhjij
    29 apr 15
    Ecco, era meglio che smettevi di leggere allmusic e continuavi a dare "5 stelle" a questo disco, una di quelle cose che NON si può rivalutare in peggio fuggi, non ha un difetto, non ha una sbavatura e Paw Paw è una di quelle robe a cui parte del Bowie berlinese e la New Wave devo dire grazie ad ogni ora :)
  • fuggitivo
    29 apr 15
    Non posso dire molto, mi rode il culo che adesso non lo posso ascoltare.
  • hjhhjij
    29 apr 15
    Quando lo ritrovi ne riparliamo, ci sono bei confronti da fare tra questo e Taking Tiger.
  • fuggitivo
    29 apr 15
    Posso dire che le ultime differenze che notai tra questo e Taking Tiger sono appunto le "strategie oblique". Mai capito cosa cazzo fossero ma cavolo se si sentiva la differenza.
  • fuggitivo
    29 apr 15
    Basta, ho già detto troppo.
Il mio disco preferito di Eno, per quanto sia un esercizio di stile abbastanza inutile "sceglierne" uno tra le meraviglie da lui sfornate soprattutto negli anni '70). Trovo sia una sintesi perfetta tra l'Eno Pop e le sperimentazioni ambient che stava portando avanti, è un disco perfetto, negli strumentali dove il piccolo Braian fa tutto (o quasi) da solo o nelle sue inconfondibili pop-ballad dalle splendide melodie nelle quali è accompagnato da molti dei soliti amici-collaboratori di quegli anni (Frippolo, Cale, Turrington ecc.) e dalla sezione ritmica dei neonati Brand X, Philco-Persi Gionz, il tutto, in ogni pezzo, giocando e inventando suoni tra chitarre e percussioni trattate, sintetizzatori vari ecc. Un capolavoro, da gustarsi tutto con piacere, senza avvertire il minimo cedimento. Dovessi dirne due, una per i pezzi "pop" e una per gli strumentali con Eno-tuttofare, direi "St. Elmo's Fire" (perché dove c'è un solo di Fripp c'è casa e delle tre con lui questa è quella un pizzico più bella) e la clamorosamente avvolgente e cullante "Becalmed" (giustamente).
  • 123asterisco
    22 feb 21
    Taking Tiger, questo qui e Before and After per me sono degli oggetti magici ed alieni. Però, non so cosa ne pensi acca-j, ma l'Eno ambient non l'ho mai troppo amato. Nemmeno lo getterei via, ovvio. Ma qui siamo su altri piani!
  • hjhhjij
    22 feb 21
    Guarda, per me pure Here Come, ma in pieno proprio. Per quanto riguarda l'Eno ambient be, è proprio un diverso tipo di fruizione, se non dico cazzate Airports è pensato proprio per essere ascoltato mentre ti fai gli altri cazzi tuoi, ad esempio. Comunque belle cose anche lì, ma l'Eno di quei 4 album è il massimo, sono pienamente d'accordo.
  • 123asterisco
    22 feb 21
    Sì, anche Here Comes, anche se un pochino (pocopoco) meno.
  • hjhhjij
    22 feb 21
    Pinzillacchere.
  • 123asterisco
    22 feb 21
    & quisquilie
  • De...Marga...
    23 feb 21
    Più volte mi sono chiesto perché non hai mai scritto una recensione!!!
Bruce Springsteen: The Ghost Of Tom Joad
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Bruce Springsteen: Nebraska
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Bruce Springsteen: The River
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Bruce Springsteen: Born To Run
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Bruce Springsteen: Human Touch
CD Audio Ce l'ho ★★
Bruce Springsteen: Lucky Town
CD Audio Ce l'ho ★★★
Bruce Springsteen: The Rising
CD Audio Ce l'ho ★★
Bruce Springsteen: Live In New York City
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Bruce Springsteen: Magic
CD Audio Ce l'ho ★★
Bruce Springsteen: Devil & Dust
CD Audio Ce l'ho ★★
Buffy Sainte-Marie: It's My Way!
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Esordio imperdibile. Al di la di alcuni gioielli del folk di protesta, certe altre canzoni qui presenti nel 1964 erano davvero qualcosa di originale e molto particolare, grazie allo stile unico e alla voce incredibile (anche se ancora non così colma di vibrati allucinanti come sarà in seguito) della Sainte-Marie. "Mayo Sto Hoon" "Eyes of Amber" "The Incest Song" sono capolavori scritti ed interpretati con uno stile che non aveva uguali all'epoca (all'epoca ?). Poi altre canzoni bellissime ad infiocchettare il capolavoro ("He Lived Alone in Town"). Cantautrice eccezionale, voce immensa.
  • bluesboy94
    17 gen 16
    Ecco, è l'ora di ascoltarla sul serio!
    Ps: proprio ora ho in cuffia una bellissima "He lived alone in town".
  • hjhhjij
    17 gen 16
    Pezzo di una malinconia e di una tristezza incredibili. Lei si evolverà in continuazione, era avanti con i tempi nel 1964 lo sarà ancora nel 1969, gli altri due caposaldi della sua discografia secondo me sono il versatilissimo "Fire Fleet & Candlelight" (dove esplode la sua passione per il traditional britannico anticipando nel recupero di due pezzi persino Fairport Convention e Pentangle, e dove interpreta due pezzi di una Mitchell ancora attiva solo dal vivo) e ovviamente "Illuminations" la sua vetta, cantautorato spiritato-psichedelico-allucinato-e lettronico. Però negli anni '60 (primissimi '70) sono tutti buoni i suoi dischi.
  • luludia
    17 gen 16
    mi avete incuriosito e sto ascoltando anch'io...davvero non male....
  • hjhhjij
    17 gen 16
    La conoscono proprio in pochi :( Ma sono contento di aver stuzzicato un paio di persone.
  • bluesboy94
    17 gen 16
    Avevo ignorato la data di pubblicazione del disco. 1964!
  • hjhhjij
    17 gen 16
    Quello è un punto importante. L'ho detto era proprio una cosa a se, un'autrice, una cantautrice oltre che talentuosissima dotata di uno stile assolutamente unico e originale, inconfondibile. Nessuno nel '64 ma anche dopo scriveva e cantava così. Me ne sono innamorato. Altro capolavoro da un disco che non puoi perderti.
  • hjhhjij
    17 gen 16
    E anche come interprete Senti come vibra 'sta voce.
  • bluesboy94
    17 gen 16
    "Una cosa a sè"... d'altronde lei appartiene a una razza quasi estinta, normale che le sue canzoni e il suo stile canoro ci appaiono distintivi.
  • hjhhjij
    17 gen 16
    " lei appartiene a una razza quasi estinta" Esatto, i canadesi. No scherzo XD Si infatti le radici della Sainte-Marie tornano spesso e nello stile canoro e in quello "musicale" della scrittura e in quello delle liriche ("Now That the Buffalo's Gone" è un discreto biglietto da visita direi, un po' la sua "Blowin' in the Wind"). Ma non è solo quello blues è ancora di più altrimenti non si spiegherebbe la passione per i traditional britannici era proprio versatilissima. Pure la chanson francese ha passato "Until It's Time for you to Go" è una bella canzone sul secondo disco che ricorda molto nello stile l'andamento della canzone d'autore francese e infatti nel capolavoro del 1967 l'ha reincisa, con uno stile più enfatico, cantandola in francese.
  • hjhhjij
    17 gen 16
    Ah e per "torna nello stile canoro" intendo quelle svisate sciamaniche presenti praticamente in tutti i suoi dischi con vetta su "Illuminations" che sembra un rituale con erbe allucinogene di qualche antica e ormai scomparsa tribù che viaggiando nel tempo si è ritrovata in mano i sintetizzatori.
  • bluesboy94
    18 gen 16
    Ripasso per dire che ho sentito tutte le canzoni di questo disco e mi sorge spontanea una domanda: come è possibile che una cantautrice del genere (tra le più distintive e particolari di sempre forse, grazie ad uno stile vocale che già in questo disco mi sembra unico) sia così poco considerata anche su debaser?
  • bluesboy94
    19 gen 16
    Come esordio è più da 4,5 che da 5 stelle (minuzie...) , ma tra le cantautrici per cui stravedo , più o meno coeve a Buffy (Mitchell,Nyro, Judee Sill e anche Nico) nessuna ha esordito così, con una personalità già così definita (ad esempio, i dischi d'esordio di Mitchell e Nyro traboccano di belle canzoni, ma la loro personalità non emerge del tutto secondo me).
  • hjhhjij
    19 gen 16
    Per me questo è da 5 anche in virtù del fatto che alcuni dei successivi sono un poco inferiori secondo me, tipo "Many a Mile" del 1965 è bello ma, secondo me, meno di questo, mentre le altre che hai nominato dopo un esordio bello ma ancora non eccelso successivamente hanno cominciato a tirar fuori capolavori (anche se la Sill secondo me al contrario di Joni e la Nyro già dall'esordio era lei-lei ed era da 5 palle, inezie comunque). La Buffy forse per il fatto di aver già esordito (prima di tutte le altre) con una personalità così distinta e dichiarata ha poi alternato dischi buoni ad altri capolavori (per me almeno un paio "Illuminations" di sicuro). Non so perché anche su debaser sia così poco considerata d'altronde non è che una Laura Nyro abbia 'sto gran plebiscito anche qui...
  • hjhhjij
    19 gen 16
    A pensarci però ance la Mitchell fin dall'esordio una personalità molto ben distinta l'aveva anche se quel disco per me è solo bellissimo e non ancora eccelso. Dico questo perché ai tempi dell'esordio erano almeno due anni che Joni prestava sue canzoni, da lei eseguite dal vivo, a vari artisti tra cui Davy Graham e proprio la Sainte-Marie. Lo stile Mitchell quando uscì "Song to a Seagull" nel 1968 era in giro già da un paio d'anni, molto riconoscibile.
Buffy Sainte-Marie: Many a Mile
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Buona opera seconda per la Buffy, sempre segnata dal suo stile vocale unico e inconfondibile. Qui però, oltre ai pezzi scritti di suo pugno che dominavano l'esordio, la cantautrice comincia a dar spazio alle interpretazioni di vari traditional (ben 6) e un paio di cover tra cui la bella versione di "Many a Mile" di Patrick Sky presente anche sull'esordio coevo di quest'ultimo e che qui vede lo stesso Sky presente alla chitarra. Nel complesso lo trovo meno affascinante e particolare di altri suoi lavori anche se la Buffy autrice non manca di regalare canzoni stupende ("Until It's Time for You to Go").
  • Carlos
    21 gen 16
    Ah non sapevo che la vampira suonasse anche. Mi informerò.
  • Carlos
    21 gen 16
    ammazza-vampiri, scusami. Era quello che si scopava nella serie il vampiro no?!
  • hjhhjij
    21 gen 16
    No più che altro con un rituale per Manitu con qualche allucinogeno è evidente che la canadese abbia, purtroppo, predetto un triste futuro con un pezzo strepitoso per altro.
  • hjhhjij
    21 gen 16
    Per inciso, io odio quella serie, ti prego non nominarla più parlando di questo fenomeno di cantautrice :D
  • bluesboy94
    21 gen 16
    Voce strepitosa (non per tutti gli uditi però). Devo dire che ogni volta che ascolto qualche sua canzone mi viene da pensare a come noi "occidentali civilizzati" abbiamo sterminato la sua razza... mi viene un magone indescrivibile!
  • bluesboy94
    21 gen 16
    Tempo fa condivisi su debaser questa canzone qui...https://www.debaser.it/main/Video.aspx?y=WT3iqK7A6sM La ascoltavo perchè mi convolgeva il lavoro intricatissimo alla chitarra acustica e questa voce così particolare. Ora che so di cosa parla , questa canzone ne esce ancor più valorizzata.
  • bluesboy94
    21 gen 16
    mi riferisco a questa
Si "Illuminations" è più figo però io non trovo motivo per mettere troppo al di sotto questo disco. Per me è l'altro suo capolavoro. Vario, originale, segnato dallo stile straordinario della Sainte-Marie che nel 1967 ti butta giù dei pezzi decisamente "bomba" con quella voce tutta vibrato che è da paura, capace di regalare emozioni inspiegabili. Merito anche per essere stata una delle prime ad interpretare le canzoni di una giovane autrice che avrebbe esordito in studio l'anno successivo, tale Roberta Joan Anderson, per gli amici "Joni". Buffy ad altissimi livelli sia come cantautrice che come interprete. Rimpiango l'assenza di un duetto tra lei e Roger Chapman... Con tutti quei vibrati e lo stereo a palla ci sarebbero crollati i muri di casa.
  • hellraiser
    29 ott 17
    Ecco, lei non l'ho mai approfondita, vedo che da anni ne parli molto bene. Vedrò nei prossimi tempi magari. Da che disco consiglieresti un inizio?
  • hjhhjij
    29 ott 17
    Dal primo. Per capire quanto fosse avanti come cantautrice folk per vocalità e stile nel songwriting (parliamo del 1964!). Poi questo che è il più vario e caleidoscopico e infine "Illuminations" che è... Be è il disco per cui rimarrà meritatamente nella storia della musica, anno 1969, anche quello anni avanti alle robe dell'epoca. Se ti piacciono questi, che sono secondo me i suoi tre capolavori, passa tranquillamente al resto, fino ai primissimi anni '70 è tutta roba di qualità, poi mi sono fermato.
  • adrmb
    28 dic 17
    La crepuscolare 'Summer boy' m'ha conquistato.
  • hjhhjij
    28 dic 17
    Raggelante, una delle migliori.