Muhammad Ali vs George Foreman "Legendary Night" Highlights HD ElTerribleProduction Chi mi conosce sa che tra i miei innumerevoli difetti non c'è di certo l'autostima, né tantomeno l'ambizione.
Per cui, se non snocciolo dati & contesti di questo che è stato il più grande match della storia - e non solo della Nobile Arte della Boxe - e mi limito a raccontarlo come l'ho vissuto all'epoca in diretta televisiva, non mi si accusi di Mac-centrismo.
Televisore a valvole, in Super Bianco e Nero, che ci metteva tre quarti d'ora per "scaldarsi".
Erano mesi che tutto il mondo da me conosciuto parlava di questo incontro: perfino "Famiglia Cristiana" ne aveva accennato, per via della conversione all'Islam di uno dei due pugili neri sì entrambi, ma non della stessa tonalità.
Muhammad Alì era bello, sfacciato, e al mio io ragazzino sembrava un angelo negro: lo adoravo insomma.
Però avevo capito che quell'altro era VERAMENTE catívo, e che probabilmente l'avrebbe ammazzato. Sul serio.
Cosa fa Alì? Danza come una farfalla e punge come un'ape come aveva strombazzato?
Ma no.
Perché ha paura. Di morire. Sul serio.
Allora abbassa la guardia e dice a Foreman guardandolo in quegli occhi senza paura: "Dái! Colpiscimi negro dimmerda!"
Ne prende tante, Cassius, tante che se le porterà dietro per tutta la vita; però quei colpi che vanno a vuoto sfiancano l'avversario, che alla fine - come si vede in questa sintesi - si piglia un uno-due devastante e, mentre cade a terra come un sacco di patate, Muhammad alza il pugno: potrebbe dargliene un altro, ma non lo fa.
Perché questo fa un campione.
Ps. So che tutto questo è già stato raccontato, qui. Come so che ci sono molti appassionati di Boxe molto più competenti di me, cioè io.
A loro, sempre con umiltà, dico che ci sono stati incontri, specie tra i pesi medi, di ben altra levatura tecnica.
Gli Hagler, i Mugabi, gli Hearns, i Duran, lo stesso pirlone Sugar Ray Leonard (da non confondere con Robinson) erano tecnicamente superiori.
Anche se, sempre per io, il più grande Medio di tutti i tempi è stato Carlos Monzón.
Chiedere al povero Nino Benvenuti.
Uffa! Scusate la dilungatezza. Yuk!