Secondo l'esoterista e alchimista italiano del diciottesimo secolo Giuseppe Giovanni Battista Vincenzo Pietro Antonio Matteo Franco Balsamo (la parsimonia, almeno nei nomi, non era contemplata a quei tempi) o più semplicemente Cagliostro, l'attendibilità dei sogni è intrinsecamente legata alle fasi lunari ed il sogno dell'undicesimo giorno a partire dal novilunio è quello che, sempre leggendo dalle sue interpetrazioni, potrebbe realizzarsi nell'arco di una settimana. L'illustre esoterista, giusto per informazione, non era un assiduo ricercatore delle conoscenze scientifiche, un missionario del progresso, tutt'altro, fu definito da Giacomo Casanova "un genio fannullone" che zuzzurellonava per le corti europee, più specificatamente nelle camere da letto delle donzelle borghesi che soventemente accompagnava, beccandosi persino una denuncia per sfruttamento della prostituzione (vai a vedere che è stato il primo "pappone" della storia!). Riprendiamo il filo del discorso; tutto questo per dire che non ho proprio una grandissima fiducia nelle teorie del pittoresco personaggio, ispirate magari da una palpata di seni, ma un sogno (uno di quelli rari che mi concedo ad occhi chiusi) ha destato la mia curiosità. C'è Rick Rizzo che percorre una via isolata di Chicago, che in realtà è Londra che, nella onirica grottesca evoluzione, è un villaggio nell'area urbana di Bari. Ad un tratto gli si parano dinanzi Neil Young e Tom Verlaine, è qui cerco anch'io di entrare nel mio sogno (mi ingarbuglio la vita anche da inerme!) ma ogni tentativo è vano. I due consegnano una chitarra a Rizzo e pronunciano strane parole che io, nella lotta per una misera comparsa nelle mie attività extrasensoriali, non riesco a decifrare. Mi sveglio di soprassalto, con una sensazione di cocente beffa mentre nei cuffioni inesorabile scorre "Tarantula" dicendomi che "Prairie School Freakout" è ancora lì che compie i suoi giri sul piatto. Le incantevoli aree del disco rapiscono le mie attenzioni, ma trovo lo spazio per una serie di riflessioni: chissà se il giorno d'esordio degli Eleventh Dream Day sia stato sognato undici giorni prima. Perchè Mr. Rizzo ha scelto questo nome? Per un buon auspicio? Suonava bene? Era un seguace delle strambe teorie del signor "QuandoNonTromboMiDivertoATeorizzarMinchiate"?

Comunque sia andata, la storia è stata ingiusta e irriverente nei confronti della compagine chicaghese. "Prairie School Freakout", primo long player della band dopo l'EP omonimo, acclamato dalla stampa specializzata, approda nei negozi di dischi nel 1988 prodotto dalla Amoeba Records. L'album in realtà è stato registrato a Luglio dell'anno precedente, in sole sei ore (11:00pm-5:00 am) ed in presa diretta, lasciando che fuzz e amplificatori distorti conferissero un sound lo-fi all'intero lavoro. Tutti gli elementi portano a pensare che qualcosa di diverso sta per nascere. L'America ci ha regalato l'hardcore degli Hüsker Dü, il più ammaliante noise targato Sonic Youth e si accinge a partorire una nuova straordinaria creatura, gli Eleventh Dream Day, collocati in una ideale terra di mezzo tra il passato e l'imminente Grunge Era. "Watching The Candles Burn", "Through My Mouth", "Beach Miner", forza esplosiva ed impatto sonoro devastante, hanno un DNA originalissimo e sembrano destinate a trovar posto nella lista degli evergreen della storia del rock ma, la vita come i sogni, spesso prende strade diverse dalle nostre aspettative, riducendole a bolle di sapone che si infrangono nel toccare terra. "Prairie School Freakout" non ha l'impatto mediatico che gli addetti ai lavori auspicano e sperano, rilegando per sempre il nome del gruppo ad una dimensione underground misconosciuta. Gli Eleventh Dream Day hanno continuato ad incidere dischi, collezionando un considerevole numero di uscite, per ultimo "Works For Tomorrow" del 2015, ma il primo, promettente lp che avrebbe dovuto sdoganare il nome della band ha tracciato una inesorabile linea di basso profilo nella carriera del gruppo di Chicago.

"Prairie School Freakout" rimarrà comunque un album da culto per musicofili, il celeberrimo Cagliostro occupa da tempo immemore pagine di libri di storia ed io, nei miei rari sogni ad occhi chiusi, cerco invano tre individui per le strade di Chicago, pardon, Bari!

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