Il mondo dell'hip-hop (NB: intendasi l'old school e non quelle schifezze elettroniche che passano oggi) è sicuramente affascinante, ma è anche un intricato labirinto in cui dovete stare molto attenti per non perdervi. Se però prendete il coraggio a quattro mani e vi avventurate nella scoperta di un intero disco rap, buona fortuna. Non tutti riescono poi a tornare indietro.
Questa volta il labirinto si chiama "The Slim Shady LP" e il minotauro da affrontare è Marshall Mathers III, in arte Eminem. Uscito nel 1999, il disco si presenta come una novità rivoluzionaria: uno degli inventori del gangsta-rap, che ha collaborato con i migliori della West Coast (si parla naturalmente di Dr.Dre) decide di produrre un giovane rapper bianco e con i capelli cotonati, che niente ha a che fare con i Beastie Boys, unico esempio di rap bianco di spessore negli USA degli anni '90, ma che rappa come i neri della West Coast. Possibile? A quanto pare si, e il ragazzo se la cava anche parecchio bene, con un flow secondo solo ai mostri sacri del rap (2Pac, B.I.G.).
Il protagonista del disco è Slim Shady, un giovane uscito dal ghetto di Detroit per portare il suo Vangelo fatto di droghe, autocelebrazione, storie di amori finiti male (oserei tragicamente) e deciso ad imporsi al top della scena hip-hop USA. Ancora non è Eminem che conosciamo grazie ai suoi album più recenti, è lo stile è un po' immaturo, ma nel complesso Shady mette in piedi un buon biglietto da visita nel mercato internazionale.
"My Name Is", prima traccia dell'album, è una vera e propria entrata di prepotenza di Eminem nel mondo della musica, accompagnata dalla canzone seguente: "Guilty Coscience", duetto con il produttore Dre in cui i due si sfidano per pilotare le azioni di varie persone. Il disco presenta altre canzoni degne di nota: da "Brain Damage" a "Role Model", da "Bad Meets Evil" a "'97 Bonnie and Clyde" (se vi paicciono le canzoni truci, questa sarà pane per i vostri denti).
In definitiva, se riuscite a non perdervi in dischi da 20 canzoni (e infinite skit!), sicuramente l'album di debutto di Eminem. E se poi non vi dovesse piacere, dato il successo smoderato che ha in questi anni con hit mediocri come "Love the way you lie" o "I'm not afraid", sono sicuro che vi risponderebbe con il titolo della miglior canzone di quetso suo album d'esordio: "I Just Don't Give A Fuck".
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