Cover di La giostra della memoria

La giostra della memoria
Album - 1993 - Debaser id 79040

di Enrico Ruggeri

Non puoi più pretendere di avere tutti quanti attorno a te.
Non puoi più trattare i tuoi amanti come fossero bignè.

Vuoi solo le cose che non hai,
parli delle cose che non sai,
cerchi di giocare ma non puoi,
pensi solamente ai fatti tuoi.

Chi sei contessa?
Tu non sei più la stessa.

Vuoi che io rimanga nel tuo letto per poi sbattermi su e giù.
Non ti lamentare se domani non ti cercheremo più.

Ma vorrei soltanto averti qui,
sei accattivante già così,
ti difendi con il D.D.T.,
fai pesare troppo quei tuoi 'si'.

Chi sei contessa?
Tu non sei più la stessa.

Pensi che ogni cosa di concreto sia da riferire a te,
tu fai la misteriosa per nascondere un segreto che non c'è.

Ma nel tuo castello come va?
Vivi la tua vecchia nobiltà,
non sai neanche tu la verità,
vendi a caro prezzo la realtà.

Nel tuo castello come va?
Vivi la tua vecchia nobiltà,
non sai neanche tu la verità,
vendi a caro prezzo la realtà
Il tuo voto:
Piano americano
e sfioro il tavolo con una mano.
Pomeriggio strano,
e un desiderio che è fuggito lontano.

Polvere, gran confusione, un grigio salone,
in quale direzione io caccerò la
polvere dai miei pensieri?E quanti misteri
coi pochi poteri che la mia condizione mi dà.

Aria un po’ viziata,
quella finestra andrebbe spalancata.
Tela rovinata,
e la cornice tutta consumata.

Polvere, troppi ricordi, è meglio esser sordi
e forse è già tardi per togliere la
polvere dagli ingranaggi, dai volti dei saggi
coi pochi vantaggi che la mia condizione mi dà.

Non mi cercare, chè non mi riconoscerai
Il tuo voto:
Il mare d'inverno è solo un film in bianco e nero visto alla tv
e verso l'interno qualche nuvola del cielo che si butta giù
sabbia bagnata, una lettera che il vento sta portando via
punti invisibili rincorsi dai cani, stanche parabole di vecchi gabbiani
e io che rimango qui sola a cercare un caffè
Il mare d'inverno è un concetto che il pensiero non considera
è poco moderno è qualcosa che nessuno mai desidera
alberghi chiusi manifesti già sbiaditi di pubblicità
macchine tracciano solchi su strade dove la pioggia d'estate non cade
e io che non riesco nemmeno a parlare con me.
Mare mare, qui non viene mai nessuno a trascinarmi via
mare mare, qui non viene mai nessuno a farci compagnia
mare mare, non ti posso guardare così perché
questo vento agita anche me, questo vento agita anche me.
Passerà il freddo e la spiaggia lentamente si colorerà
la radio e i giornali e una musica banale si diffonderà
nuove avventure discoteche illuminate piene di bugie
ma verso sera uno strano concerto e un ombrellone che rimane aperto
mi tuffo perplessa in momenti vissuti di già...
Il tuo voto:
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Tu e La giostra della memoria
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