Dopo undici anni dall'ultimo, splendido, disco della trilogia, Enzo Carella torna sul mercato aprendo la seconda parte della sua carriera. Carella De Carellis offre metà inediti e metà canzoni di repertorio, proprio con l'obiettivo di far riscoprire anche le vecchie canzoni.
Il disco è pubblicato dalla It di Vincenzo Micocci, che aveva già pubblicato Vocazione e Barbara e altri Carella, e che pubblicherà anche il successivo album del 1995.
I cinque brani della prima parte sembrano tutti andare a parare verso la prima parte del percorso artistico, ovvero un mezzo funk con interpretazione ironica e testi stralunati, composti sempre dal sodale Pasquale Panella.
I riferimenti al cibo sono anche qui subito presenti, a partire da "Aspetta e Spa", proprio come erano presenti nel Don Giovanni di Lucio.
I brani migliori risultano proprio la traccia di apertura e "L'occhio nero", un tantino sotto sono "Bubbà" e "La pappa del cuore", mentre sembra disperdersi "Pensa se una".
Il lato B sono cinque classici della sua produzione, con saltuarie sovraincisioni. Le migliori sono naturalmente "Malamore" e "Barbara", ma personalmente adoro pure "Carmè".
Cosa dire? Un disco che riporta, tra vecchio e nuovo, Enzo sulla scena, ma bisognerà attendere tre anni per ascoltare un lavoro completo e di caratura superiore.
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