Esordire con un album del livello di "Baduizm" può rappresentare per molti artisti una condanna.
Erykah Badu, autrice del suddetto capolavoro neo-soul, ha dimostrato di saper il fatto suo con il suo secondo album "Mama's Gun" (facente parte della ideale trilogia Soulquarians con "Voodoo" di D'Angelo e "Like Water For Chcolate" di Common). A seguire uno sfortunato (a confronto con le vendite dei due precedenti) terzo album "Worldwide Underground", il conseguente blocco creativo e l'ambizioso progetto "New Amerykah" diviso in due volumi.
"But You Caint Use My Phone" è il ritorno a cinque anni di distanza della Badu, ritorno che manca dell'ufficialità discografica visto che si tratta di un mixtape. Per la precisione è il secondo mixtape che Erykah ci regala quest'anno, annunciato e subito messo in free download su datpiff, dopo che aveva pubblicato a luglio un mixtape di cover jazz, funk e soul.
Negli ultimi anni Erykah ha collaborato praticamente con chiunque: da Tyler The Creator ai Flaming Lips, da Flying Lotus a Rick Ross, passando per Wu-Tang e Damon Albarn, solo volendone citare qualcuno. Mancava però la collaborazione più attesa: quella con Andrè 3000, ex compagno nella vita, con cui realizza "Hello".
A spiccare è indubbiamente la rivisitazione della hit "Hotline Bling" di Drake, il cui cell phone diventa qui un cel u lar device. Ma sono tutte le 11 tracce a essere incentrate sull'atipico tema telefonico, tra cover e composizioni originali. Come già fatto in passato la Badu si fa aiutare alle produzioni/composizioni da ospiti quali i soliti ?uestlove e James Poyser dei The Roots, i Neptunes e il meno conosciuto Zach Witness, creando una commistione tra ritmiche di derivazione rap (in "U Use to Call Me" lascia addirittura campo libero al giovane rapper ItsRoutine, inizialmente confuso da qualcuno con Drake) e il territorio neo-soul/r&b di sua più specifica competenza.
In definitva "But You Caint Use My Phone" è tutt'altro che un lavoro pretenzioso o ambizioso, ma è purtroppo la conferma del calo compositivo delle sue ultime uscite, nonostante i nomi coinvolti nel progetto in questione come già nel precedente "New Amerykah". Tutt'altro che un brutto lavoro, ma rispetto ai fasti del passato passa senza ombra di dubbio ben più che in secondo piano.
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