E' giusto classificare gli Everclear gruppo post-grunge? Si, se consideriamo che si formarono solo nel 1992. No, se si pensa che questo disco d'esordio uscì nel 1993. Si, dato che l'affermazione e la rotation televisiva arrivarono solamente in seguito, e dopo altre prove. No, se si considera che la produzione di questo loro "World Of Noise" costò appena quattrocento dollari. Si, una volta accortici che nel 1992 Art Alexakis aveva già trent'anni. No, se ci informassimo sulla sua vita.
L'esordio degli Everclear risulterà senza dubbio materiale succulento per chi volesse ricuriosare tra quelle sonorità appartenenti al lustro numero uno degli anni novanta. Ad un primo ascolto, la loro musica (degli esordi, ben inteso) risulta molto vicina a certo garage-punk, che al tempo vedeva alfieri i Mudhoney. Il risultato è meno volutamente slabbrato e compiaciuto rispetto a quanto prodotto dalla band di Seattle (c'è chi li predilige proprio per quello, e chi al contrario, proprio come me, glielo contesta), ed è un po' più melodico. L'iniziale "Your Genius Hands" e la seguente "Sick & Tired" ne sono esempi eloquenti. Più tradizionali viaggiano i garage punk standardissimi "The Laughing World" (con tanto di strofa melodica-infantile come da peggior tradizione) o di "Sparkle", od ancora il punketto normale-regolare di "Pennsylvania Is...".
Come è per i Mudhoney, quando si cimentano nella melodia, volenti o nolenti, scimmiottano nell'esecuzione quanto nell'interpretazione: è il caso dell'ottima "Fire Maple Song", in cui emergono le radici cowpunk dell'uomo-band Alexakis. Per chi non gradisse, è giusto precisare che il pezzo s'elettrifica a dovere, manifestando quella che senza dubbio è una congenita predisposizione dell'"incolpevole" Art all'orecchiabilità suo malgrado.
Ulteriore menzione per "Loser Makes Good", storia d'un barbone che, per nessun motivo senonché quello che la vita fa schifo in genere, spara ed ammazza il vocalist d'una band (nella realtà amico di Alexakis, nonché prodotto dalla sua etichetta fallita un mese dopo l'inizio attività). Se il titolo è di per sé eloquente, ciò che colpisce (non a morte, comunque) di questa ballad simil-nirvaniana solo un po' meno lagnosa, è che l'evento in questione sia stato narrato dal punto di vista del barbone (o di quello del suo avvocato difensore), quasi a voler giustificare l'accadimento, quasi a voler dire "il loser ha fatto bene"... Alla facciazza dell'amicizia!
Le assonanze di questo esordio, dunque, sono o non sono sintomo, indizio, prova inconfutabile di derivatività degli Everclear rispetto al grunge? Considerando che l'ottima "Malevolent", sebbene con sonorità del tutto diverse, pare venir fuori dritta da "Ten" dei Pearl Jam, e che "Nervous And Weird" e la finale "Evergleam" invece paiono provenire da "Bleach" dei Nirvana, la causa degli Everclear sembrerebbe indifendibile...
Se il grunge fosse un genere (anche se sappiamo che non fu neppure quello) nato dal nulla, originato direttamente da MTV per stupire o schifare le orecchie di chi aveva in testa "Dangerous" di Micheal Jackson, o, nella migliore delle ipotesi, il "Greatest Hits II" dei Queen, allora gli Everclear sono la somma tra il lato b di un disco a caso dei Mudhoney, mezzo lato a di "Bleach", un pezzo di "Ten" e qualcos'altro di non pervenuto.
Ma visto che nel 1993 il signor Alexakis non aveva diciott'anni ma trenta, non viveva in Australia ma a San Diego, dato che quella musica in televisione ed in chart ci andò per la prima volta nel '91 ma per le strade americane (soprattutto se occidentali) ci girava da almeno un decennio (e dato che la roba presente in "Bleach" è quella più derivativa del repertorio dei Nirvana), allora non sarebbe corretto epitetare gli Everclear come band di cloni e di post-grunge: derivativi semmai, della musica che c'era in giro da sempre, da Seattle a scendere, per la strada, negli ambienti degradati della gioventù, del punk e dell'ero. Non per niente "Invisible" è uno streetpunk californiano che, se vogliamo, si può paragonare ad episodi di punk supersonico presenti in "Use Your Illusion" dei Guns n'Roses...
Un debutto orecchiabile e violento, lo-fi e gustoso. Ma, in generale, alquanto impersonale. Non derivativo "del" grunge, ma derivativo "come" il grunge. E, per questa ragione, il debutto di una band "di" grunge.
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