Il Fabio Concato del 1992 è in stato di grazia, e dieci anni dopo "Domenica bestiale" pubblica un album introspettivo di altissimo profilo, In viaggio. Nove brani, più una versione strumentale di uno di questi, di cui sei sono rimasti nella memoria dei fan, proprio come accaduto nel 1984. "La mia macchina" è un pezzo di grande impatto emotivo, il ritirare l'auto diventa il pretesto per parlare della separazione dalla persona amata. Fa pensare a quelle uscite di sabato pomeriggio, e ci sono elementi leopardiani persino... l'introduzione poi fa il resto, magica e trasognata. "Giulia", che quest'anno ha riportato in concerto dopo tanto, è dedicata alla seconda figlia del cantautore, per par condicio dopo "Fiore di maggio", dedicata alla primogenita Carlotta. Il brano parla di un viaggio, tema portante dell'intero album, a Roma, e contiene una massima come "è l'amore, sempre lui, che fa cantare"... In "È festa" poi Fabio Concato arriva persino a citare se stesso: "mi godo il viaggio, sai che guido piano"... spettacolare! E tuttora molto presente nei concerti. "Quando non ci sarai" riprende sia il tema del cammino sia la casa di marzapane dei fratelli Grimm, già citata in Svendita totale. "Provaci tu", presente alla fine del disco anche in versione strumentale, è una canzone sociale, dove l'autore vorrebbe "fuggire da un inferno che non può cambiare più" e dove il concetto di libertà è stato sosta frainteso. "Poveri noi", che sul 33 apre il lato B, è un'altra grande e sarcastica invettiva sociale, contro una vita dove non conta come si guadagnano i soldi, "l'importante è lavorare sodo/ fare la roba e pensare poco", verso che si presta a più interpretazioni. "In trattoria", che Concato avrebbe cantato con Anna Oxa dieci anni dopo e la cui versione sarebbe stata pubblicata sull'album live Voilà, è ambientata vicino al mare a febbraio, e il protagonista, solo e col giornale, non può far altro che parlare col cameriere. "Il caffettino caldo" è tra le migliori dell'album e il titolo allude a quello delle macchinette che ci sono negli uffici; il brano è una sferzata contro la vita della città, dove tutto sembra funzionare, dalle boutiques alle palestre aerobiche, ma dietro l'apparenza si cela l'insoddisfazione perché "tutti i rapporti sono ribaltati/ è questo qui il pericolo". Promosso da un video dove Fabio Concato si fa la barba, e il barbiere è Antonio Albanese, rasenta il capolavoro. Chiude un pezzo atipico del repertorio di Concato, addirittura in napoletano con testo di Pino Daniele, ma che lui riesce a rendere intenso e credibile nonostante sia di Milano: "Canzone di Laura" è malinconica ma riuscita, e l'emozione cresce su "Laura, se chesta canzone putesse accuncià tutte e guaie"! A chiudere davvero il disco, la versione strumentale di "Provaci tu" citata precedentemente.

In viaggio è un concept album, dove il viaggio è fisico ed emotivo, nell'Italia di inizio anni '90, dove forse, in qualche verso c'è l'effetto di Tangentopoli e delle stragi di mafia. È anche il primo disco con la Polygram di Stefano Senardi, dopo anni passati alla Philips, nonché l'ultimo disco con la collaborazione fissa di Vince Tempera agli arrangiamenti e Massimo Luca alle chitarre. A partire dal 1994 la produzione di Fabio sarà rivestita in maniera un po' più "anglosassone", senza perdere però la vena italiana. All'album 5 stelle!

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