Fabio Concato 1999 è l'album che me lo ha fatto conoscere meglio. Andando in vacanza, nella primavera del 1999, mio padre lo metteva in auto, rigorosamente in musicassetta. Si partiva per Eboli da Ercolano, e al casello autostradale direzione Salerno partivano le notte del riff di chitarra elettrica di Paolo Carta, un riff in major 7 che faceva entrare subito nell'atmosfera meditativa... "Che bello ritrovarti qui/ su una stradina che va al mare"... Ritorna sia l'incipit di “Tanto per cambiare", annus Domini 1986, sia la trattoria del 1992. Buonissimo inizio. "Canto d'amore" pure è ambientata al mare, di Posillipo per la precisione, a dimostrazione di una predilezione di Fabio per Napoli e dintorni (Napoli era citata in "Gigi"). La musica è romantica, vagamente bossa nova, e questa volta, dopo i "valzeroni", si balla un mambo. E poi il Capolavoro, quello perfetto, che fa scendere la lacrimuccia, che fa pensare alla compagna di scuola dai capelli rossi di un anno maggiore... "M'innamoro davvero" è una grandissima canzone d'amore, rimasta non a caso nella memoria collettiva, e non a caso presente anche in versione duetto, col portoricano Josè Feliciano, alla fine dell'album, ribadendo l'amore di Concato per la musica sudamericana. Quando canta "lo sai che di tempo ne avrò, ne avrai" penso a una pianta... credo che un video sul Tubo associ quel passaggio a una pianta. "Non mi scordare", tra le meno famose riproposte in versione acustica nel 2021 nel doppio cd Musico ambulante, allude a un "cuore ballerino", anticipando l'aritmia cardiaca di cui Fabio soffriva e che lo avrebbe costretto a un lungo periodo di lontananza dalle scene e ad un'operazione, perfettamente riuscita e che lo ha riportato in gran forma. A questo punto arrivano le mie due preferite, ascoltate e stra-ascoltate, riabilitate nel 2013 dopo 14 anni che non le ascoltavo: "La barca Guendalina" e "How are you my baby?" La prima parte con un'intro di piano che subito cattura, emoziona, e mi emoziona anche l'arrangiamento quando parte la seconda strofa... Ha ispirato vagamente un brano scritto da me (scrivo e suono, ma non pubblico le recensioni delle mie cose, se no è la fine!), e non si capisce se Guendalina sia il nome della barca, di una ragazza, o di entrambe. I baci sono un leitmotiv delle canzoni di Fabio. "How are you my baby?" mi ha colpito prima per la struttura musicale, accordi arpeggiati, tanto che in vacanza, appena arrivato, la cantavo a un compagno di villeggiatura, spiegandogli che era la nuova di Concato. Il testo nel 1999 non lo capivo, e le "bende negre" pensavo fossero i copricapi di certi popoli africani! Avrei capito nel 2013, per l'appunto, che il testo ironizzava sui luoghi comuni, dalla temperatura al cibo al carattere della gente, fino al colore della pelle. Radio Padania però non capì l'ironia di fondo (poteva mai capirla?) e invitò Fabio per un'intervista, pensando che il cantautore ce l'avesse con gli immigrati! Ma lui spiegò le vere intenzioni e l'intervista non ebbe mai luogo. Tutto ciò è raccontato nel libro-studio di Emiliano Longo, pubblicato nel 2012. Personalmente, ho fatto una cover di questo pezzo, con tutti i diminutivi tipici del settentrione eliminati e con versi in napoletano, citando persino "le strade di Ercolano" al posto di "Milan l'è un gran Milan"!! Fabio lo avrei incontrato proprio ad Ercolano, il colmo!
L'album prosegue con "Un'Aurelia che se ne va" ricordo di una estate infantile a Viserba di Rimini, luogo di culto per il cantante, citato anche in "Bell'Italia" ("il lungomare di Rimini, Rimini, Rimini"). Il titolo dà l'immagine di un'auto che sfreccia come simbolo del benessere degli anni Sessanta. Ma c'è anche una ragazza, contesa da Fabio e dal suo amico, e ancora una volta il bacio la fa da padrone. Si giunge poi ad un altro grandissimo brano, tuttora presente nei concerti e programmato spesso in radio: "Buonanotte a te". L'introduzione in major 7 di pianoforte, quelle sei note catturano immediatamente, e fanno pensare alla sera che sta venendo, all'impotenza di fronte ai sentimenti, davvero una Canzone con la C. Associo questo brano al Guerin Sportivo, al Milan che stava vincendo lo scudetto e a "Calcio Club", una trasmissione di Telecapri Sport dedicata al Campionato Nazionale Dilettanti, non ancora Serie D. E al profumo della terra nel luogo dove andavo in villeggiatura appena arrivato. In generale l'album è ambientato molto sul mare e ricordo benissimo la pubblicità di questo su Canale 5, che ricordi!! "Pesciolino" è l'episodio spiritoso che non manca mai in un album di Fabio. È la narrazione di una pesca, che anche se non va a buon fine l'importante è provarci. Il pesciolino lo si potrebbe anche comprare, ma la sfida è riuscire a pescarlo. Musica molto spiritosa e da filastrocca, che ben si addice al testo. Chiude il cd, a parte il duetto con Feliciano, "Quando arriverà", anche questa ripresa in acustica, dedicata all'ispirazione, è dove si citano qua e là vecchie canzoni, da "senza far rumore" a "viene voglia di cantare".

Fabio Concato si chiama così perché nessun titolo come quello dell'autore esprimerebbe meglio il mondo dell'artista. È l'ultimo album con cui Fabio avrà un rapporto di grande respiro con il suo pubblico. Ballando con Chet Baker sarà un tentativo, non riuscito, almeno a livello commerciale, di trovare strade diverse, dopodiché Concato taglierà per sempre i ponti col mainstream. Voto: 3,5 stelle.

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