Per economia ed eleganza raccogliamo in un'unica recensione le quindici canzoni singole di Fabio Concato non incluse nei 12 album in studio.
Nel 1984, sul 45 giri che ha come lato A "Fiore di maggio", appare come b-side "Cara Chiara", la outtake del fortunatissimo omonimo dello stesso anno. È un brano dove spiccano subito gli accordi minori e la batteria a spazzola. Il testo parla di una donna che prima si sente perseguitata e poi riesce a star benone. Magari non all'altezza di finire in un 33 giri, ma sarebbe stato un peccato non pubblicarla. Voto 3/5.
Nel 1988, sempre come b-side, del 45 di "051/222525", appare la versione jazz club dello stesso pezzo, suonato da Franco D'Andrea. C'è molto virtuosismo pianistico e la versione strumentale non segue pedissequamente la struttura della canzone. Suonata egregiamente dal Maestro D'Andrea, merita, come l'originale, 5/5.
Nel 1992 viene pubblicata una particolare raccolta dal titolo Vita quotidiana. In essa vi sono le due outtakes di Giannutri, quattro brani Storie di sempre e i cinque brani di cui parliamo ora.
"La reazione" è uno scarto dichiarato di Storie di sempre, risalente quindi al 1977, in cui il protagonista si fa ammaliare da una donna, ma poi scopre che questa gli fa sperperare tutto il patrimonio faticosamente conquistato. La reazione, appunto, è allo stato di cose che si è creato. Lo stile è proprio quello ironico di A Dean Martin e altri brani dell'opera prima di Fabio. Voto 3/5.
"Ai fil romentik", scritto così come si pronuncia, è la cover di un pezzo di Ricky Gianco del 1979, utilizzato come colonna sonora del film Liquirizia di Salvatore Samperi. Nonostante la vena ironica, risulta essere un brano debole, voto 2/5.
Ci sono poi tre featuring degli ultimi anni rispetto alla pubblicazione dell'antologia.
Il primo è "Le storie di una storia sola" con Toquinho del 1986, in cui Fabio ricama vocalmente un testo che descrive tante situazioni come "storie di una storia sola", che è la storia della vita. Voto 3.5/5.
Il secondo è "Chiama piano", con Pierangelo Bertoli del 1990, peraltro passato molto in radio, alla quale passa tuttora. Pierangelo canta la prima parte, strofa-ritornello, Fabio la seconda, sempre strofa-ritornello, mentre la terza parte è smezzata e condivisa dai due cantautori. Quando cantano "un attimo/ quell'attimo che è mio" il livello sale notevolmente. Voto 3.5/5.
Il terzo è "Radici di terra", dell'anno precedente, con Franco Mussida e Angelo Branduardi, inserito nel primo album solista del chitarrista della PFM. Nel testo le radici sono alla base delle cose più importanti della vita, e poi lo sono le mani. La musica è sostenuta, per un pezzo da 3.5/5.
Nel 1994, in Scomporre e ricomporre, ci sono l'inedito "Troppo vento" e la cover di "Perché no" di Lucio Battisti.
"Troppo vento" è un classico del repertorio di Fabio Concato! Contiene l'appellativo di "Musico ambulante" che utilizzerà per la raccolta del 2021, ed è un pezzo grintoso, con voci femminili all'inizio e con un gran ritornello lanciato! Voto 4/5.
"Perché no" viene interpretata senza infamia e senza lode. Era già stata incisa l'anno precedente per "Innocenti evasioni". La canzone originale merita senz'altro il massimo, questa versione 3.5/5.
Nel 2003 Fabio incide il primo live Voilà, ed in esso ci sono il brano omonimo e la cover, adattata in italiano, di Chico Buarque de Hollanda, "Todo o sentimiento", che diventa "Tutto il sentimento".
"Voilà" ha la stessa metrica, nelle strofe, di "O bella bionda", è ritorna il bacio, tema ricorrente del canzoniere concatiano. È un pezzo vivace, che si lascia ascoltare, ma nella norma. Voto 3/5.
"Tutto il sentimento" invece ha un andamento meno vivace ma l'interpretazione è più romantica e sentita. Da segnalare l'ottima cascata di note di pianoforte di Bruno Zucchelli, citato espressamente da Concato a fine canzone. Voto 3.5/5.
Nel 2007 Concato partecipa per la seconda volta al Festival di Sanremo con "Oltre il giardino", ed esce una raccolta riarrangiata con lo stesso titolo del brano che contiene anche un altro inedito, "La ballata del mostro.
"Oltre il giardino", in linea coi tempi di crisi, parla della difficoltà di perdere il lavoro a 50 anni. Così diventare giardiniere potrebbe essere un modo per reinventarsi. Nel testo si fa riferimento anche ad una "nuova economia" che costringe i lavoratori a spostarsi e alla differenza tra bisogni essenziali e fasulli. Mario Monti sarebbe arrivato 5 anni dopo, ma le premesse vengono già spianate... Interpreto personalmente la canzone anche come la reinvenzione dell'artista stesso, che dopo il 2003, a 50 anni, si è trovato in un periodo di buio. Sanremo lo piazzerà al 17° posto su 20, ma le classifiche sanremesi spesso non sono lo specchio del valore di un brano e della sua capacità di resistere nel tempo. È una grande canzone, voto 4/5.
"La ballata del mostro" è un altro grandissimo pezzo, dove si allude sempre allo stato, ma questa volta nella prospettiva della dignità riservata ai detenuti. Il "mostro" viene rinchiuso, ma la sua colpa non sarà mai dimostrata veramente. Lui vuole parlare dei comfort riservati, ed è sicuro che tutto finirà in una risata. Molto ispirata, per quanto sgradevole, l'immagine del sugo insaporito dai peti. Voto 4/5.
Infine, nel 2020 e nel 2021 Fabio fa uscire, come brani singoli, con tanto di video, "L'umarell" e "L'aggeggino".
"L'umarell" è il vecchietto che nei cantieri impartisce consigli anche non richiesti ai lavoratori. L'immagine viene adottata per parlare della situazione ai tempi del Covid. La canzone è cantata in dialetto milanese, e si cita Ninin, ovvero la moglie Elisabetta, a cui sono state dedicate numerose canzoni, tra cui "Ciao Ninin", portata a Sanremo 2001. Nel finale c'è un dialogo con Enzino, ovvero Enzo Jannacci! Fabio ritorna con questo brano a pubblicare dopo 8 anni, e la canzone gli varrà l'Ambrogino d'oro! Voto 3.5/5.
"L'aggeggino" è dedicata alla nipote Nina, figlia di Carlotta. 37 anni dopo "Fiore di maggio" tocca a Bollicina, come la definisce Fabio. Il titolo allude alla bambina maneggiata dal nonno. Alla fine dichiara che la canzone l'hanno scritta insieme. La musica, rispetto a "L'umarell", è più melodica e accattivante, e pure il video è davvero bello. In concerto ha fatto subito la sua bella figura! Voto 3.5/5.
Considerando tutti questi brani, e la carriera complessiva di Fabio, il giudizio globale è 3,5 stelle.
TUTTO QUA!
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