Fabrizio Borgio è un signore dall’aspetto serioso, che ama ritrarsi sotto un cappello dalle falde larghe (a metà tra Indiana Jones e Maigret), in panciotto e orologio da taschino con catena. Non per apparire e fare scena, ma per vestirsi l’anima prima che il corpo. Che vive nella sua casa in collina da cui domina il panorama delle ‘sue’ Langhe.

Ma che si diverte a usare il transapllet a mano come uno skatebord nel magazzino di cui è caporeparto; e che, soprattutto, scrive.

Perché Fabrizio Borgio è, anche, uno scrittore, della nuova generazione ma di vecchia scuola.

Che sa costruire trame e tirar fuori personaggi dalla vita reale ma usando le parole ‘giuste’, senza eccessi e senza stucchevolezze. Nello stile tipico, semplice e secco, degli scrittori della ‘sua’ terra (non faccio nomi per non metterlo in imbarazzo… ).

Quando ho finito di leggere questo Asti ceneri sepolte” (Fratelli Frilli Editori) mi è subito venuta voglia di prendere carta e penna e scrivere anche’io: quello che mi capita ogni volta che ho terminato un bel libro.

La trama è presto detta:

L’investigatore privato Giorgio Martinengo è al suo turno al 118, nel caldo di una sera d’estate, quando quasi in contemporanea arrivano due chiamate: ad Asti c’è stata un’esplosione in un’azienda specializzata nello stoccaggio di rifiuti e a poca distanza c’è un incidente, un Suv e una moto si scontrano: un morto e uno in coma. La coincidenza vuol che i due siano i titolari della stessa azienda andata distrutta dall’incendio. E da lì comincia un viaggio all’inferno.

Fabrizio Borgio ‘sa’ ciò di cui scrive, nel senso che alla fine racconta la sua vita: vive nei luoghi che descrive; è volontario della CRI; non è investigatore privato ma, sotto sotto, forse vorrebbe esserlo.

Sicuramente investiga i mali della nostra società di cui, in questo secondo romanzo con protagonista Martinengo, affronta il traffico di rifiuti tossici e il sottobosco d’intrallazzi economici e sociali che ci gira attorno.

Ma ci racconta anche di persone in carne ed ossa che soffrono nel fisico e nell’anima e che lottano per tenere la testa fuori dalla melma in cui tutto il nostro mondo sembra essere immerso.

In una sola notte, tra una corsa in ambulanza e due minuti di riposo rubati alle urgenze e al caldo, Martinengo riesce a sbrogliare la matassa aiutato dai suoi amici/collaboratori e a dare giustizia (almeno nel libro!) ai tanti che, nella vita reale, sono morti per gli interessi privati di gente senza scrupoli, uccisi dalle ecomafie e da quel male tremendo che ha distrutto (e continua a distruggere) generazioni di lavoratori dell’amianto e di chi vive(va) vicino alle fabbriche.

Fabrizio (di cui invidio la sua stanza della scrittura, con le pareti a vetro da cui vede colline e vallate da sogno) ha un altro personaggio, più longevo, Stefano Drago, agente di un misterioso Dipartimento Indagini Paranormali, che si muove tra fatti inspiegabili e crimini efferati, tra Masche e libri di magia scomparsi, tutto rigorosamente ambientato tra Langhe e Monferrato.

Cosa mi piace della scrittura di Fabrizio (che ‘conosco’ tramite social)?

L’asciuttezza della frase senza cadere nel semplice descrittivismo.

Il farti fare la conoscenza dei personaggi man mano, facendoli scoprire anche dall’interazione tra loro, il metterli a nudo in modo reale non artificiosamente come tanta letteratura di oggi, che sembra aver scambiato le pagine di un libro per un reality show.

Per quel poco che conosco Fabrizio Borgio, so che in questo momento, leggendo queste righe, sarà diventato rosso e si starà schernendo in silenzio: ma va là! Ma cosa dici!

L’unico modo per sapere se dico il vero o la mia è solo piaggeria è leggere questo o qualche altro suo romanzo (a proposito! È appena uscito “Morte ad Asti. La nebbiosa domenica dell’investigatore Martinengo”).

Poi mi direte.

P.S.: avviso ai naviganti debaseriani: avendo ancora poca dimestichezza con DB ho erroneamente messo la menzione "esoterico" nella definizione del libro. "Esoterico" si riferisce all'altro aspetto dell'opera di Borgio, come si evince dalla recensione. Per questo libro è esatto solo thriller. Chiedo venia...

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