Bè.. non so proprio come iniziare. Non è certo facile recensire un album del "Mostro Sacro" della musica italiana.... oddio, non va bene il termine "italiana" perchè è molto riduttivo.

Avete mai sentito qualcuno che, parlando dei Pink Floyd, li definisce "Mostri Sacri" della musica inglese?!?!. Bene, fatta questa premessa, non posso esimermi, nonostante l'oneroso compito, dal desiderio di esternare quanto quest'uomo, e dico UOMO, m'abbia condotto, attraverso boschi, suonatori, cieli e nuvole barocche, nel suo universo di poesia sussurrata, di semplici gocce di rugiada che scivolano dai petali, che noi, così presi dalla tecnologia e l'evoluzione-involuzione del mondo, non riusciamo più a vedere.

Ci vorrebbero degli occhi da bambino per vedere tutto quello che ci circonda e ritornare ad apprezzarlo. Fabrizio li aveva, e belli grossi! Non meno le orecchie che percepirono il sottile vento che prese Nina alla schiena (Ho Visto Nina Volare), e di lì si spinse lontano, molto lontano, fino ai paesi di domani (Anime Salve), dove, spirando su tonnare di passanti (Dolcenera) si ando a posare e imprigionare tra le sue laboriose, preziosissime mani, chiuse a pugno per poter custodire i segreti del mondo e la sua chiave di lettura: la semplicità, la meraviglia delle cose semplici... narrate umilmente da un grande UOMO.   

Carico i commenti...  con calma