Tra le cose da fare più desuete al giorno d’oggi indossare una t-shirt dei Black Flag ascoltando “Seeing Red” in cuffia durante la fila dal barbiere si colloca alla posizione numero tre, preceduta solo dal baffetto terzo Reich-style e dal contattare l’assistenza tecnica SIP, seguono a ruota i poster di Sebastian Rambert incollati alle pareti della camera e le cover band degli Husker Dü. Meglio va alle creste arcobaleno ed al lancio olimpionico del Nokia 3310 dal balcone di casa.

Nonostante quell’euforico “one two three four” di Ramonesiana memoria sull’uscio di entrata del disco e l’artwork di copertina che richiama saggiamente i Minor Threat potrebbero ingannare qualcuno, la fonte in maniera lata, di ispirazione dei Face To Face, sono i Bad Religion.

Dopo essersi fatti conoscere a fine anni Ottanta/inizi Novanta suonando tra i locali del sud California, tra Inland Empire e Orange County, vengono notati da un tizio dell’etichetta Dr. Strange Records, che offre loro un contratto per la produzione del loro primo disco. La band accetta, registra il disco nell’autunno del 1991, ma la label ha difficoltà economiche per stamparlo. In questa fase di stallo la band incontra tale Jim Goodwin ingegnere del suono che si offre di registrare gratuitamente nuove tre canzoni, tra cui “Disconnected”, che poi confluiranno l’anno dopo anch’esse in “Don’t Turn Away”.

Il suono del disco è coevo a quello di band dell’epoca quali i Millencolin, senza le pause di riflessione ska-punk. E’ inutile star qui a sprecare inutili byte del deserver con un track by track di tutte e 13 le canzoni che compongono “Don’t Turn Away” ma per quelli di voi cresciuti e venuti su anche con l’hardcore melodico californiano pezzi come “I Want” e “I’m not Afraid” profumeranno di ricordi e giovinezza andata e riempiranno il cuore.
La genesi di “Disconnected”, pezzo-totem della band parte da lontano: uno degli ultimi pezzi registrati, viene successivamente editata in una versione alternativa per testare il capitale umano dei Face To Face e poi visto i favorevoli airplay radiofonici, la Victory nuova label della band, otterrà dalla band una re-incisione che verrà inclusa come bonus track del successivo album “Big Choice”. E pare che anche la terza etichetta abbia provato, stavolta senza successo, a chiedere una quarta versione. E’ il pezzo che chiude sempre le loro esibizioni, è stato così anche nella recente apparizione (seconda della loro storia) in Italia.

Mettetevi sulle spalle lo zainetto, indossate le vostre fide Vans, prendete lo skateboard e riaprite l’almanacco impolverato dell'adolescenza.













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