Vengo proprio quando la chitarra eiacula un assolo acido che mi si attorciglia addosso: goduria nella goduria frano, non proprio delicatamente, sul suo seno. Da dove sia arrivata questa scarica elettrica non lo so ma la musica di questo artista è una sorpresa continua anche all’interno delle stesse canzoni che spaziano dal funky, al soul, al blues rock, R&B per non disdegnare rap, gospel, spiritual e vattelapesca. Ci mettiamo di lato a cucchiaio in silenzio. Un panino di carne un po’ sformato, due metà non proprio perfette e sudaticce mentre i battiti rallentano e ci godiamo il finale di "Your Sex Is Overrated". Rimaniamo così in pace ad ascoltare il penultimo disco di Fantastic Negrito “Have You Lost Your Mind Yet?” mentre ci fumiamo una sigaretta. Io di sicuro la testa l’ho persa per questo artista eclettico. Ascolto le note, le vedo rimbalzare tra le pareti della stanza mentre noi, sfatti e felici, lasciamo tutti i casini fuori dalla porta. Suona qualcuno alla porta ma può anche essere il vostro Dio che mi chiede in ginocchio di entrare: io il culo non lo alzo. Non adesso. Il disco lo rimettiamo su e, che ci crediate o no, qualcosa a sud dalle mie parti si muove di nuovo…
Siamo andati al suo concerto al Vittoriale quasi per caso; convinti da dei tirchi conoscenti che non vedevamo dal Mesozoico. Manco fossero biglietti da €. 120 erano alla disperata ricerca di tamponare il pacco che una coppia gli aveva rifilato con classe all'ultimo (una cosa del tipo "ci spiace un casino ma ci eravamo scordatii che dovevamo proprio sbrinare il frigo!). Non vi dirò da che pianeta viene Fantastic Negrito e nemmeno dove si era nascosto fino al 2017: c’è già una bella recensione del suo primo disco qui sul Debasio che ne ripercorre la storia. E che storia! Il mio intento è semplicemente quello di incuriosirvi perché è raro essere folgorato sulla via di Damasco da un artista contemporaneo. Io solitamente sono abbastanza restio ad ascoltare qualcosa che non sia antecedente alla fine del decennio di plastica/inizio anni ’90 e la scoperta per me è stata sbalorditiva. Forse ha contribuito il live al quale ho partecipato che mi ha colpito con versioni distorte, acide, allungate e potenti.
L’album non passa inosservato e basta dare una scorsa veloce alla copertina elegante e sobria per rendersene conto. E’ un lavoro che non può stufare perché è vario, mutevole e cangiante con una produzione di livello e suonato in modo impeccabile. “Chocolate Samurai” e “How Long” hanno il pregio di essere immediate per la spiccata vena melodica che richiamano rispettivamente ad un funky che ammicca al R&B e al modern blues più convenzionale. La mia canzone preferita come avrete inteso è “Your Sex Is Overrated” la quale miscela organo chitarra e elettrica per un connubio da orgasmo. Ma stare qui a fare una tastierocronaca di tutte le canzoni sarebbe stupido. I più critici potrebbero dire che il nostro Xavier scopiazza i vari Stevie Wonder, Prince, James Brown, Betty Davis, Funkadelic e chissà quanti altri; un mix di generi che abbraccia non solo quelli sopracitati nella recensione ma anche Southern, Soul, Rap et similia.
Ma io non trovo che sia mero scopiazzamento e che tantomeno sia facile riuscire inglobare tutto questo calderone e dare alla luce delle canzoni di questa qualità con un’impronta ben definita e un minimo comun denominatore pur nel loro essere così diverse l’una dall’altra. Un collante che le lega sono i testi che fanno di questo artista un alfiere della Black music contemporanea. Non ho ancora sentito il nuovo “White Jesus, Black Problems” ma dal titolo sarcastico, al limite del caustico, direi che la forza delle sue canzoni deriva forse da un rabbia/risentimento a lungo repressa.
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