L'avevo detto, io, che me lo immaginavo da solo nella sua stanza, con la chitarra davanti al computer...!
Eccolo, Andrew Broder, in arte Fog, autore di piccoli, geniali "experimental tunes", alle prese con le nostre stupide domande.
Ciao Andrew, e complimenti per il tuo prezioso lavoro. Prima di tutto, dove ti trovi e cosa stai facendo in questo istante?
Ciao e grazie. Sono a Minneapolis, Minnesota, USA. In una stanza della mia casa, dove c'è il computer. In questo istante, fumo un joint e rispondo alle domande, suonando la chitarra e ascoltando distrattamente un discorso "liberal" (liberale? radicale? scurrile? boh! ndjosi_traduttoreindifficoltà) alla radio.
Come è nato "10th Avenue Freakout"? Che obiettivi avevi? Sei soddisfatto del risultato?
Mi ero appena trasferito in un appartamento sulla 10th Avenue North a Minneapolis, dove viveva Julie, da molto prima che io arrivassi. Dal primo momento in cui vi ho messo piede, ho saputo che avrei voluto passarci un sacco di tempo. E così ho iniziato a fare musica lì, naturalmente. L"Hummer EP", così come "10th Avenue Freakout", sono stati fatti principalmente lì. Il mio obiettivo era di fare un buon disco, migliore del precedente. Su quel piano, sono soddisfatto. Ma raramente resto soddisfatto a lungo.
Chi è l'artista che ammiri di più e perché?
Domanda difficile, ci sono molti artisti che ammiro, per una serie di motivi diversi. Ma se dovessi sceglierne uno solo, Bob Dylan.
Prendi la canzone di Fog con il tuo testo preferito. Puoi spiegarcelo?
Mi piace questa: "Pea-Brained and Pacing/ Wearing Triangular paper party hats/ Parrots/ Witnessing a murder...".
Il cappello di carta usa-e-getta da festa è l'invenzione umana più ridicola che mi venga in mente. Quello, oppure la bomba atomica.
Sembra che il tuo prossimo album sarà molto diverso dai precedenti...
Decisamente, sì. Altrimenti non sarebbe divertente.
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