Pochi album mi sono apparsi fin dal primo ascolto tanto coerenti con il tempo dell'artista e del contesto geografico in cui si è sempre mosso.
Senza dubbio l'uscita di scena di Pino Daniele, successiva a quella del suo spirito partenopeo avvenuta parecchi anni prima, ha lasciato nella musica cantata in napoletano un vuoto apparentemente incolmabile. Seppur con tutte le cautele del caso il quasi concomitante inizio della carriera solista e cantautorale di Francesco di Bella pare quasi sopraggiunto per attenuarne l'assenza.
Le circostanze cronologiche hanno anche un inatteso risvolto personale, perchè ho scoperto l'album in concomitanza del grande successo del romanzo e della relativa fiction L'Amica Geniale, ambientati nel rione Luzzatti che si trova nei pressi di Gianturco, quartiere dove si è consumata negli anni 90 l'epopea del centro sociale Officina 99.
Per i più giovani Francesco di Bella è stato il leader dei 24 Grana, band napoletana forgiatasi, come diverse altre, nel suddetto centro sociale.
Questo suo primo album solista, di soprendente bellezza, è una buona sintesi di ciò che è stato e ciò che potrebbe essere la musica napoletana contemporanea.
La malinconica Nuova Gianturco con una fine cesellatura di elettronica e chitarra acustica è già ampiamente rappresentativa dell'autore, della sua storia e sensibilità musicale e sembra messa lì, all'inizio del disco, come una sorta di manifesto artistico. Tre Nummarielle, promossa anche con un bel video, è un delicato approccio all'intimità di una giovane coppia, alle cui difficoltà in certi momenti pare solo che un colpo di fortuna possa dare un barlume di soluzione, un tema caro allo spirito partenopeo.
Aziz, cantata in duetto con Zulu dei 99 Posse, è un brano che ricorda le atmosfere dub dei 24 Grana, con un limpido messaggio sociale cui corrisponde una meno brillante struttura melodica.
La parte centrale del disco esprime sempre una buona vena cantautorale, ma il livello compositivo risale deciso nelle ultime tre composizioni: Gina se ne va sembra uscita dalla più convincente new wave anni 80. Briganti se more, un vecchio brano firmato D'Angiò/Bennato è trattato col rispetto dovuto ad un classico. Chiude Guardate fore, un gioellino in doppia lingua italiano/napoletano.
Di Bella ha sempre conquistato il suo pubblico con la sua vocalità schietta ed evocativa e in questo disco la esalta lasciando di rado il suo registro colloquiale. Alla fine dell'ascolto la sensazione è quella di aver parlato con un caro amico, sensibile e ispirato.

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