Il vampiro. Storia vera di Franco Mistrali (1833-1880) ha ancora oggi un’importanza storica rilevante. Infatti questo libro ha anticipato di tre anni prima Carmilla di Le Fanu e poi di quasi 30 anni il celeberrimo Dracula di Stoker anche se di certo non ha avuto lo stesso successo di queste opere ed anzi cadde nel dimenticatoio. Si tratta del primo romanzo sui vampiri scritto in Italia ma anche di uno dei primi esempi di letteratura vampirica anche a livello internazionale.

Franco Mistrali all’epoca fu un giornalista ed autore di numerosi e apprezzati romanzi storici. Ma Mistrali si inseriva però nello “zeitgeist” dell’epoca nonostante in Italia si prendeva ad esempio, come modello letterario, il realismo di Alessandro Manzoni. Tuttavia la traduzione, anche nel nostro paese, di autori come Edgar Allan Poe ed E.T.A. Hoffmann aveva avuto il suo influsso soprattutto all’interno del movimento della Scapigliatura e su autori come Igino Ugo Tarchetti. Si tratta della conferma di come anche la nostra letteratura non fosse rimasta indifferente al clima culturale e al fermento che, sotto l’impulso del romanticismo, portò al romanzo gotico e, successivamente, ad Edgar Allan Poe. È in questo contesto che si muove Mistrali in Italia (ricordiamo anche che ci fu la nota Carolina Invernizio con La sepolta viva), personaggio sui generis, garibaldino e molto polemico con Giosuè Carducci. A causa del fallimento della Banca delle Romagne restò anche 5 anni in carcere. Nel 1861 ecco che finalmente Mistrali dimostra il suo lato oscuro e gotico con la raccolta I racconti del diavolo. Storia della paura (1861) che risente pesantemente dell’influsso dei citati E.T.A. Hoffmann ed Edgar Allan Poe. Ma è nel 1869 che esce infine Il vampiro. Storia vera. Purtroppo, come si diceva, non ebbe il successo sperato. Ad aver scoperto in tempi recenti il libro di Mistrali è stato Fabio Giovannini, che lo aveva reperito alla Biblioteca nazionale di Roma, pubblicandone un estratto nel 1986 in Vampirismus. Gotico e fantastico nel mito del vampiro (Alfamedia). Con spregiudicatezza lo stesso identico estratto venne ristampato nel 1990 all’interno di L’Ospite di Dracula di Bram Stoker da Lucarini Editore. Riccardo Reim si attribuì in maniera spregiudicata la scoperta inserendo le pagine che Fabio Giovannini aveva pubblicato 4 anni prima senza alcuna segnalazione. Nel 1996 questa edizione viene ristampata dall’Armando Editore. Sempre Fabio Giovannini lo cita in Il Libro dei Vampiri. Dal Mito di Dracula alla Presenza Quotidiana (1997) per i tipi di Dedalo Edizioni.

Nel 2011 furono le Keres Edizioni a proporre finalmente al pubblico italiano, dopo anni di oblio, questo volume. Fu presentato in un’edizione con una punteggiatura più moderna e adatta ai gusti del lettore odierno rispetto a quella originale. Nel 2018 fu il compianto Gian Filippo Pizzo a citare brevemente il volume all’interno de “Guida ai narratori italiani del fantastico” uscito nel 2018 per la Odoya nella scheda consacrata ai “Vampiri italiani” che riporta la foto dell’edizione della Keres. Successivamente nel 2020 sono state le Edizioni Arcoiris a riproporlo (a cura di Jacopo Corazza e Gianluca Venditti) nella collana “La Biblioteca di Lovecraft”, collocazione forse un po’ fuorviante in quanto Lovecraft non potrebbe essere più lontano sia dal punto di vista temporale che per la tematica trattata. La scelta editoriale delle Edizioni Arcoriris è stata invece quella di mantenere invariato il lessico, la grammatica e la punteggiatura del testo originale. Questa scelta potrebbe causare, inutile nasconderlo, qualche problema nei lettori non abituati alla prosa della fine del XIX secolo. Ma, una volta superato il primo impatto, sicuramente Il vampiro. Storia vera merita di essere letto. Andrebbe detto, per gli amanti dei vampiri, che il romanzo di non è esattamente una storia di succhiasangue anche se la tematica “vampirica” viene concepita in maniera originale. Inoltre è da escludere che Mistrali, come mi è capitato di leggere, sia stato un maestro nascosto di Bram Stoker le cui fonti sono ben note. In ogni caso il libro è caldamente consigliato agli amanti del romanzo gotico dell’800 e del fantastico italiano. In effetti, pur essendo prossimo al genere giallo e complottista (c’è un mistero da risolvere), è possibile trovare delle connessioni con le coeve opere di Horace Walpole e di Ann Radcliffe. Questi romanzi si caratterizzavano infatti per il dispiegamento di atmosfere cupe e brumose in cui si potevano trovare intrighi e orrori che pero, alla fine, venivano spiegati in maniera razionale. Questo aspetto in effetti è stato, a posteriori, spesso oggetto di critica come è possibile leggere anche nel noto saggio di H.P. Lovecraft L’orrore soprannaturale in letteratura. Sempre ad ulteriore dimostrazione di come sia un falso che l”Italia non sia un luogo adatto per i romanzi fantastici va sottolineato come le ambientazioni dei suddetti fossero italiane. Ne Il vampiro. Storia vera l’ambientazione si svolge invece fra le soleggiate e miti strade e coste del principato di Monaco e fra le gelide terre della Siberia e della Lituania. Inoltre possiamo rinvenire anche la figura del “villain” rappresentata dal medico e santone Eliam.

La trama è un po’ complicata: troviamo teorie complottistiche, sette misteriose, morti tragiche e rapimenti. Il tutto viene in parte appesantito con lunghe ed elaborate disquisizioni storiche e politiche su tematiche come lo spiritismo, la metempsicosi e lo stesso vampirismo.

Si tratta in definitiva di un’opera che avrebbe meritato maggior fortuna: la tematica vampirica rimane sullo sfondo e certo la sua trattazione non può certo essere paragonata a quelli a cui siamo stati abituati sia con Le Fanu e Stoker sia negli epigoni del “topos” del Nosferatu anche in epoca moderna. Però lo svolgimento del tema del vampiro è, in definitiva, inedito e originale e non mancano certo le atmosfere esoteriche, oscure e misteriose. Mi sento quindi di consigliare caldamente la lettura de Il Vampiro. Storia vera ai seguaci della letteratura vampirica ma anche agli appassionati del fantastico dell’800. Rappresenta un motivo di orgoglio avere avuto in Italia un precursore come Franco Mistrali.

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