Scoprire nuovi cantautori. Per caso. Senza volerlo.

E così ho scoperto anche Gerardo Balestrieri, classe 1971, dodici album all'attivo, quasi tutti pubblicati dalla Interbeat, l'etichetta di nicchia per eccellenza che ha pubblicato anche i nuovi lavori di Flavio Giurato.

L'occasione per conoscerlo di persona è stata un suo concerto in un'associazione di Torre del Greco, Brandito's, dove il cantautore ha proposto una quindicina di pezzi tratti dai suoi ultimi quindici anni di attività.

Alla fine c'era la possibilità di acquistare i cd, e così ho scelto l'ultimo pubblicato, The Best of, anno 2023, la summa, in diciotto canzoni più una ghost track, di quindici anni di attività in studio e dal vivo. Naturalmente non ho mancato di farmelo autografare.

Per inquadrare Gerardo Balestrieri in poche parole, si può definire il suo genere un jazz/swing alla Paolo Conte, ma tutto condito con il tocco di originalità dell'artista, che da diversi anni vive a Venezia.

Per quanto concerne il Best of, credo sia il primo lavoro da ascoltare per chi si vuole accostare al cantautore, per poi magari approfondire gli album precedenti.

Ad aprire c'è Saria, "canzone d'amore e di vino", e poi c'è Rouen, "un incontro fuori al Caffè" nonché città natale di Gustave Flaubert. Si prosegue poi con Dimmelo, "un twist un po' sciuepps" e La canzone delle ossa, "storia di vinili di contrabbando incisi sulle pellicole a raggi X".

Il disco prosegue con Dancing, del 2022, dall'autore definita "una hit pop estiva", e con Mia amada, "storia tzigana di abbandono".

C'è spazio poi per un adattamento di Boris Vian in italiano, La giostrina del progresso; Pernilla, storia di una donna-cavallo; e Il gusto nel niente e nel sorridere, la canzone più conosciuta di Gerardo, qui riproposta in una versione più intima a fare da intermezzo tra prima e seconda parte.

La seconda parte della raccolta si apre con L'anima del vino, unico brano inedito, adattamento in italiano de L'ame du vin, proposta come 19ma canzone ghost track alla fine del disco.

Il blues del putagè parla di come alla fine di un amore l'unica cosa che può scaldarci è una stufa, mentre Vento e blu in piazza San Marco parla della Venezia in tempo pandemico.

Orchestra parlante è "uno swing da primo Novecento", L'etrangére e Son snob sono un dittico, di cui il primo è un omaggio e il secondo un adattamento.

Arriva poi Canzone nascosta, che ha dato il titolo a uno degli album di Gerardo, e la chiusura affidata a due canzoni tratte dal concept album dedicato a Corto Maltese, "Canzoni dal mare salato": La favola di Venezia e Rasputin, quest'ultima eseguita pure ieri al Brandito's.

Il mio voto per questa nuova scoperta è tre stelle e mezzo.

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