Per il suo quarto ep il progetto Gescom sceglie l'olandese Clear, storica etichetta dedita principalmente al suono dell'electro, revival compreso (e non poteva essere altrimenti consideratone il nome scelto). Autechre & co agiscono di conseguenza, destinandovi un ep nella quasi totalità incentrato proprio sui ritmi sincopati del longevo genere - sebbene il piglio cerebral-idm sia sempre presente - che vede la luce nel 1995 con il singolare titolo di "The Sounds Of Machines Our Parents Used".

Già, del resto il nome dice tutto: l'utilizzo di un armamentario principalmente datato settanta/ottanta fornisce sì un sapore vintage all'ep, cita, richiama, omaggia, ma senza mai inciampare nel revisionismo.

"Puzl" è un lungo brano di quattordici minuti, che comincia con micropartiture idm per poi dirigersi sulla dimensione electro di cui sopra, con tanto di riff futuristi, arpeggi spaziali e archi nevrotici di scuola Kraftwerk, ma sempre attenendosi allo stile americano '80 (Detroit/NY/Cybotron/Bambataa), piu che i '70 teutonici di quest'ultimi; maestosa inoltre la lunga chiusa ambientale con tutte le sezioni ritmiche che vanno via, tipico degli Autechre del periodo. Misteriosi pad sintetici aprono ad un break vecchia scuola che lancia la bellissima "Go Sumo", brano che espone linee acid e morbide melodie technosoul dal sapore Detroit, affiancandogli un ricco fondale di accompagnamenti analogici e progressioni oceaniche che gridano "Amber". Il disteso dub-downtempo di "Go Sheep" emana riflessi notturni, e tra analogia funk, arabeschi orientali, bassline caldissime e beat mai invadenti appare come un brano adattissimo a chiudere questo ep, davvero ottimo e totalmente differente dagli incubi del coetaneo "Tri Repetae".

Carico i commenti...  con calma